domenica 13 febbraio 2011

Rifugio Costa (TI)

L'alpe Costa e' una capanna molto ben ricostruita, in modo molto razionale, che il Patriziato di Frasco mette gentilmente a disposizione degli escursionisti. E' un comodo posto tappa per giri di piu' giorni verso le capanne Barone e Sponda (attraverso il Madom Gröss), oppure verso il Pizzo Cramosino per entrare nelle caratteristiche laterali della val Leventina o per giungere in capanna Efra. Nel rifugio Costa ci sono solo 7 posti letto e la riservazione al "Galina", l'attuale gestore, e' piu' che mai necessaria.
Arriviamo a Frasco in una splendida mattina di meta' febbraio dopo una settimana di gran caldo in quota. Ci aspettiamo una neve non ottimale (e infatti...). Partiamo dalla chiesa con le racchette da neve in spalla e subito all'avvio troviamo la casa di una delle persone del Patriziato che ha contribuito a ricostruire la baita; riconosciamo il cane, presenza fissa del libro del rifugio e del bel contributo fotografico che dettaglia il lavoro svolto.
Il sentiero, piuttosto diretto, alterna alle ripide salite, anche su co2roccia, qualche punto dove spiana per brevi traversi. Appena sopra le prime baite di quota 1200m abbiamo l'appuntamento con il Galina. Non salira' il giorno successivo perche' e' impegnato nella ricorrenza di un evento luttuoso occorso 60 anni fa a Frasco. Lo salutiamo con la promessa di riverderci e arriviamo al successivo punto di sosta, l'alpe Coo der Preda, che pero', cosa insolita, si trova circa 100 metri sopra dove l'annuncia un cartello evidentemente posizionato male. Il sentiero da qui, ovvero da 1450m circa, seleziona in modo più netto la parte piu' rapida del gruppo.
I precursori del gruppo ci aspettano intorno a 1700m prima di una ripida risalita su roccette e di un traverso al termine del qualeco1 indossiamo le racchette da neve: la scena e' finalmente piena di neve (1800m) sfaldata dal caldo.
Successivamente lasciamo il sentiero per una direttissima risalita alla nostra sinistra che ci permette di arrivare all'altezza della bandiera che segnala la presenza dell'alpe Costa. 
Il rifugio e' posto su uno del rari spazi non ripidi concessi dalla valle selvaggia, con una generosa visione a tonalita' bianche e grigie sulla val Verzasca e le sue montagne.
L'interno della capanna e' contenuto e molto ben organizzato con un soppalco per appoggiare i materassi (nuovi). Ci sono fornelli, lavello e stufa su cui si puo' cucinare e una discreta fornitura di pentole. Cosa molto utile, l'acqua scorre nella fontana fuori.
Co34Bighelloniamo per tutto il pomeriggio e dalle ore 18.00 iniziano i preparativi della cena. In cinque ci diamo dentro mica male con una suddivisione dei compiti e degli automatismi da vera squadra di Califfi della cucina. Prepariamo un'ottima focaccia per aperitivo e il piatto forte di polenta uncia con verdure d'accompagnamento. Incredibilmente avanza del vino...
Domenica il tempo e' completamente diverso, brutto con nuvole molto basse. I due piu' giovani, Stefano A. e Marco P., vanno circa aco3 2400m e intuiscono da dove inizi il panoramico traverso per raggiungere la capanna Efra. Una volta che i due rientrano accade il miracolo! Riusciamo a fare un paio di mani a briscola chiamata, nonostante la ritrosia di uno di noi.
Dopo un pranzo frugale rimettiamo tutto a posto, notando che solo il gestore puo' aprire e chiudere i rubinetti generali di acqua e soprattutto del gas.
Firmiamo il libro del rifugio e lasciamo il nostro ringraziamento (oltre che al Presidente S.E.I.) al Galina e al Patriziato per l'ottimo lavoro e l'ottima accoglienza che il posto riserva all'escursionista. Poco prima della macchina, il socio del Patriziato ci chiede se tutto e' andato bene e ci suggerisce: "Siete voi che dovete dirci cosa dobbiamo fare per migliorare il posto, mi raccomando!" Invito che giriamo a tutti i futuri ospiti del rifugio Costa che il Patriziato si aspetta piu' numerosi per i tempi a venire.
Marco "CP" e Stefano