sabato 24 marzo 2012

val Cama (GR) e Alp Vec

Il ritorno di Nando dopo la pausa invernale viene celebrato scegliendo non proprio un "buco" ma lo splendido scenario della val Cama (GR), e l'accoglente Alp Vec (1794m).
lago di Cama (1265m)
La scorsa volta, un paio d'anni fa, fummo qui con Giacomo prima del suo trasferimento pisano. Esteban, Nando e io partiamo in una mattinata relativamente calda. Il sentiero, ormai ultranoto, parte da appena fuori Cama e inizia a salire piuttosto in fretta tra rocce e castagni, per 450m circa, prima della pausa naturale di Provesc (800m). Da qui si entra nella parte superiore della valle, l'aria si fa di colpo più fredda e ritroviamo il paesaggio di bosco avvolto in una ancora suggestiva aura invernale. Questa è una delle aree forestali più estese della Confederazione elvetica. Attraversiamo rapidamente soavi luoghi pianeggianti tra grandi abeti da dove filtra un debole sole d'inizio primavera e pascoli erbosi, ora coperti da accumuli di neve. Giungiamo al lago di Cama e alla sua alpe del Lago intorno all'ora di pranzo.
bosco sotto l'Alp di Besarden (1100m ca)
Il lago ghiacciato non lo avevo ancora visto. A circa metà del lago occorre salire sulla sinistra (ci sono i segni) allontanandosi rapidamente dalla riva lungo la quale prosegue il sentiero che punta alla chiusura della valle e alla b.tta di Notar verso l'accesso al lago gemello sul lato italiano, il lago di Darengo, e alla capanna Como.
capanna Albion (1600m)
Il gruppo si separa perché gli ultimi 500m di ripido sentiero da qui all'Alp Vec li faccio molto lentamente (molto) a causa della gran stanchezza settimanale accumulata insieme a uno stato di forma non proprio ottimale. Alla lentezza del mio passo corrisponde un'aumentata attenzione a ciò che mi circonda e i grandi larici intorno ai ripidi passaggi lungo cui si snoda il sentiero mi sono imponenti e silenziosi compagni. Anche un po' imbarazzati nel vedere 'sta lumaca procedere... Prima dell'alp Vec, 200m sotto, si trova il bel bivacchino Albion (ci siamo stati a dormire riparandoci dalla pioggia torrenziale a luglio del 2008). Entro a vedere lo stato (ottimo) e a ritrovare le nostre firme di allora.
Alp Vec (1794m)
Arrivo all'Alp Vec allo scadere delle due ore che Esteban e Nando si erano dati come limite di tempo dal loro arrivo prima di scendere a vedere dove fossi finito (CP si è forse fermato in Albion stremato? Si è forse addormentato lungo la strada?). La capanna è sempre splendida, molto accogliente. Non c'è la stufa ma tanta legna e un buon camino che non sappiamo utlizzare...riempiendo di fumo tutto all'interno. Completano la fornitura i fornelli a gas. In definitiva un ottimo rifugio, anche d'inverno. Concordiamo sul fatto che la prossima volta che torneremo lasceremo in offerta una bottiglia di grappa, ci sembra questo il modo migliore per ringraziare il gruppo di persone che cura le due capanne del loro lavoro. Scorre morbida la sera con cena moderatamente da califfi. La notte porta piacevole ristoro.
vista sull'Alp de Vazzola (1804m)
Il giorno dopo verifichiamo che da qui in su la neve non si è rigelata, è troppo molle per salire di altri 200m al lago di Sambrog (2076m). Una volta rassettato tutto per benino (e capito come usare il camino...) scendiamo in Albion per il pranzo dove ci grigliamo salsicce immersi nella splendida cornice di montagne innevate che abbiamo intorno. Ci immaginiamo una prossima volta in alp de Vazzola (1804m) dove c'è l'intenzione di rendere agibile un nuovo bivacco (Nando dixit). Evviva! Nuovi percorsi in vista per il SEI...
Lasciamo qui una nuova firma e ringraziamo, oltre il nostro Presidente, il capannaro la cui inconfondibile firma costella questi posti.
Alla prossima!
CP

sabato 10 marzo 2012

passo della Greina (GR) e capanna Scaletta (TI)

Dopo tre anni il SEI in smagliante versione invernale ritorna in capanna Scaletta! Ancora una volta non siamo riusciti a fare molto di più che accedere in capanna, e questa volta a causa del gran vento domenicale mentre nel 2009 a causa della nebbia fittissima. Però quel paio d'ore al sabato pomeriggio al passo della Greina, al cospetto della sua ampia cornice di monti, ha reso questa gita la degna chiosa di un inverno escursionistico molto intenso. 
giù dal passo della Greina
Se, come noi, si accede alla capanna dalla val di Blenio durante l'inverno occorre che ci siano le condizioni per salire. La zona attorno al rifugio è piuttosto esposta al rischio valanghe. Questa volta anche il capannaro ci dà il suo ok, e allora chi ci ferma? 
Lasciamo l'auto vicino a Daigra, bel paesino al sole anche d'inverno, e percorriamo facilmente la strada carrozzabile bellamente innevata che porta al Pian Geirètt, la base della salita al rifugio. Durante la stagione ci sono turbe di escursionisti che vengono scarrozzate in pullman e rendono questo luogo molto frequentato, ma ora è un'altra storia. Unicamente il sole e il rumore del vento ci sono compagni mentre si risale la val Camadra. 
salita tutto a sinistra; discesa nel canale
Arrivati al pianone cambia la scena e siamo ben consci che da qui inzia la vera fatica (anche mentale) del giro: scavalcare il rifugio da nord attraverso il ripido costone al quale accediamo superando qualche vecchia valanga depositata sul ripido versante. Non molto furbamente, e non avendo con me ramponi, seguo il capofila MP che avanza con gli sci, scegliendo lui (giustamente) di traversare. Anche Stefano gli va dietro ma lui ha delle ciaspole più contenute. Lo faccio anche io con ai piedi le solite grosse ciaspole e ho le mie difficoltà che supero procedendo con tutta la calma necessaria. Esteban, meglio di tutti, si mette i ramponi e attacca la salita dal basso (come nel 2009).
Una volta scavallato la tensione cala e sono investito dalla straordinaria bellezza del luogo. 
verso il traverso, p.zzo Marumo (2790m)
Troviamo il rifugio invernale tale e quale a tre anni fa: un ingresso pieno di legna e la stanza tutta rivestita in legno con due tavoli e tre pianali per un totale di 15 posti letto. Non c'è il gas ma le forniture del posto sono sufficienti per cucinare senza problemi. E' pieno zeppo di coperte, ordinatamente disposte in ogni dove. Come la scorsa volta, metà capanna è sotto la neve e la combinazione di tanta legna con l'effetto-igloo non tarda a dare i suoi frutti. Dopo aver pranzato, e sciolto un po' di neve, verso le 16.30 usciamo per raggiungere il passo della Greina. Il vento sferza attraverso il largo canale del passo circondato a sinistra dai 3000 della zona (Gaglianera, Valdraus e Vial: cime molto gettonate dagli scialpinisti) e a destra dal Marumo e dal Coroi dietro al quale si arriva alla capanna Motterascio sopra il lago di Luzzone. Potendo passare qui due notti in inverno, al Motterascio prima o poi andremo.
passo della Greina (2355m)
Passiamo così uno splendido pomeriggio. Al ritorno, un po' per caso, incontriamo il celebre arco del passo della Greina e MP dà prova di essere un ottimo sciatore passandoci sotto e arrivando in fondo scivolando per una cinquantina di metri su un versante piuttosto ripido. Bella MP! 
l'arco è sotto a sx; il passo a dx
Al ritorno ci organizziamo per la cena. Manca il nostro cavallo di battaglia, la focaccia da impastare, lievitare e cuocere con porri, nduja o quello che capita, ed è un peccato perché la stufa ha un forno e c'e' pure la teglia... Ci manteniamo a un livello di decoroso califfato della cucina con un buon risotto ai funghi e del Sassella. A sera sono solo i bisogni fisiologici a spingermi fuori ed è un peccato, c'è una stellata meravigliosa ma il vento non si ferma. Al mattino il vento è pure aumentato, e questo non è bene pensando alla discesa che ci aspetta... Non smette mai e, anzi, rende difficoltosa la chiusura delle imposte di legno, come il monito scritto dal capannaro raccomanda agli ospiti. 
domenica, giù per il letto del torrente
Riusciamo a fare tutto per bene e lasciamo in perfetto ordine. Peccato solo che in tutto il tempo trascorso dall'ultima volta non si siano fatte migliorìe in capanna invernale: avrebbe bisogno di una sistemata agli infissi. Ottima la stufa invece! Che, anche con un vento fortissimo, grazie al suo camino esterno "orientabile" non ha dato alcun problema di tiraggio. E se in inverno la stufa va, si è a cavallo... Firmiamo il registro nel quale ritroviamo firme di persone note come il grande RP (e la sua inconfondibile calligrafia). 
a Torre in fase post-pranzo
Lasciamo così questo posto splendido piuttosto presto andando ognuno per la sua strada: Esteban per dove è salito, MP, Stefano e io per il canale del ruscello: la neve qui è più morbida per i grandi accumuli, la discesa non è meno ripida ma decisamente più protetta. Si arriva al Pian Geirètt senza alcun problema e da lì a Daigra incontriamo qualcuno lungo la strada in questa tersa e ventosa domenica.
Il vento non molla, e anche a Torre (dopo Dangio, fondovalle di val di Blenio) facciamo pranzo e pennichella non distanti dalla strada ma riparati da un terrapieno a goderci il sole.
Alla prossima!
CP