sabato 30 giugno 2012

monte Cistella - bivacco Leoni


CP non ha partecipato a questo giro, e allora alla domanda: Come è andata sul Cistella? Nando rispose così via email. A voi!

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Guarda, ti direi "cosi` cosi`" (una parte di me ha a lungo rimpianto di non essere andata in un buco a media quota):
- venerdi` un'ora di coda in tanga. Partiamo alle 21.35 da Foppiano.
Alle 23.30 al rifugio Crosta. Notturna avvolti in afa opprimente.
- Rifugio confortevole (solo noi e i gestori), ma colazione scarsa.
Tra l'altro rifugio sempre aperto e gestito tutto l'anno (vedi sotto).

- Sabato mattina piacevolmente risaliamo il vallone di Solcio fino alla bocchetta q.2550.
Fin qui potrebbe essere anche una bella primaverile (aprile, direi, o anche maggio se freddo), ma che richiede neve molto sicura. Pieghiamo a destra (e capiamo gli intorti delle altre 2 volte, con Renzo e con te) e, in atmosfera sempre piu` fosca, arriviamo sul piano di Cistella alto e quindi al bivacco. Sono le 11.45.
- Quivi, in mezzo a nebbie piu` fitte, aspettiamo tutto il pomeriggio vanamente una schiarita. Nel frattempo sistemiamo un po' il rifugio, dove si è verificato il fenomeno che Tim, a proposito di Ragozzale, chiama "Verschimmelung", "ammuffimento". In un'oretta rendiamo il piano di sotto piuttosto confortevole (ci sono gas, stufa, legna e, grazie alla presenza ancora di nevai, acqua corrente subito fuori). Non altrettanto possiamo dire del piano di sopra che, a causa della muffa e dei roditori, ha un odore rivoltante (Giacomo: forse meglio che non sia venuta Katia). Ad ogni modo, stendiamo fuori le coperte al poco sole che filtra e riusciamo almeno ad asciugarle. Ci sono piani per risanare e ampliare il bivacco, ma mancano soldi.
- notte al piano di sotto, su panche e brande, un po' scomoda.

- Al mattino, niente e` cambiato. Anzi, al risveglio la visibilità sarà di 20 metri. Inutile andare 'ncoppa. Poco prima di scendere, alle 8.30, l'ultima beffa: per un attimo compaiono il sole e il cielo azzurro e si vede la cima del Diei. Proviamo ad aspettare, ma dura solo un minuto. Si ripiomba nel grigiore. Alle 8.50 desistiamo e
scendiamo. Arrivati al passo, ci accorgiamo che le nuvole sono solo sopra i 2600-2700. Tra l'altro (verifico oggi sul sito dell'Arpa Piemonte) l'effetto e` che a 2800 metri (quota del bivacco) ieri c'erano 5/7 gradi  (quantomai opportuna la stufa). Mille metri piu` in basso, la temperatura arrivava a 20. Sotto e` uggioso, ma limpido. Lunga discesa fino al Crosta e a Foppiano.

Ecco il link con le foto
N.

sabato 23 giugno 2012

alla festa in alpe Cingòra!

alpe Cingòra, la sera
E' un vero piacere essere presenti all'alpe Cingòra durante la festa annuale che il Consorzio indice nel mese di giugno. Quest'anno, poi, al piacere si aggiunge un reale motivo di orgoglio in quanto la festa non è stata pubblicizzata in valle Anzasca e dintorni, ma è fondamentalmente un momento di incontro per i soli alpigiani. Oltre all'ospitalità più volte raccontata su questo blog, è anche grazie al contatto permanente di Esteban con Juri, un alpigiano, se riusciamo a essere ugualmente presenti e a goderci le due giornate di festa insieme. Saliamo in ben cinque, due soci SEI e tre simpatizzanti tra cui Silvia, alla prima uscita con noi altri bombi.
la Miniera dei Cani (1475m)
Non avendolo mai percorso durante la bella stagione non mi immaginavo che il sentiero si svolgesse per una buona metà alla frescura dell'ombra degli alberi delle medie quote! Che bello...e meno male, dato il caldo del periodo e il sole a picco dell'altra metà di percorso. Saliamo in meno di un'ora e siamo subito sul bel balcone sopra la valle Anzasca dal quale s'affaccia l'alpe Cingòra. Si guarda insieme il panorama dallo spiazzo più grande dell'alpe, nei pressi della fontana sul cui fondo, cullate, già aspettano al refrigerio delle belle bottiglie di vinello.
piacevolmente, tra amici.
Salendo abbiamo incrociato Mirella, suo figlio con moglie, e i nipoti ma non la riconosciamo: solo una volta su tutti quanti ci salutiamo e conosciamo finalmente Juri, il nostro contatto mailistico, e la sua famiglia. Ritroviamo il bivacco come lo ricordiamo: accogliente, semplice, con tutto quello che serve (cucina a gas e il necessario per la cucina) e i suoi 6 posti letto.
Dopo un pranzo frugale, il pomeriggio scorre tra la conscenza di nuovi alpigiani e il bighellonare qua e là in giro. A questo proposito, Esteban e io andiamo alla Miniera dei Cani che si trova dietro la Cingòra sullo stesso lato della valle Antrona. Doveva essere un luogo dove cavavano metallo, a giudicare dal colore rossastro delle rocce nelle vicinanze. 
Mitico!!! Il nostro G.

Stiamo via un'oretta e mezza, poi i preparativi per la cena del pre-festa impazzano e ci caliamo anche noi nel turbinìo degli eventi. Il luogo della cena è, appunto, il bivacco dove sono state poste due lunghe panche per ospitare le circa 30 persone che siamo, tra adulti e bambini.
La cena è parecchio buona, si ride e ci si diverte. Dopo cena, giochiamo a scopone con gli alpigiani e perdiamo. Doniamo all'alpe della grappa che in buona parte, chi piu' chi meno, si beve la sera stessa originando un altro caso di ubriachezza SEI  (forse meno molesta della Bovarina 2012) finita poi bene.
domenica, durante i preparativi
Il giorno dopo è il giorno del pranzo della festa! Arrivano su altre persone, tra cui un leggero sedicenne che fa la salita in 38 minuti! Potenza della gioventù... Il pranzo si svolgerà all'aperto nello spiazzo e siamo molti più di ieri sera. Tra corse di bambini e piacevoli chiaccherate, pranziamo immersi in un'atomosfera sempre rilassata. Dopo pranzo, giochiamo a scopone con gli alpigiani e perdiamo.
Scendiamo non molto tardi, dopo aver salutato tutti i nostri amici e ospiti favolosi con la promessa di tornare. Siamo rimasti ancora una volta davvero colpiti dall'accoglienza e dalla generosità delle persone dell'alpe Cingòra. Ringraziamo in particolare Mirella, Giovanni, Riccardo, Juri e famiglia, e tutte le donne che han preparato cena e pranzo di una festa che resterà a lungo nei nostri cuori.
Evviva l'alpe Cingòra! 
Evviva il SEI!
CP

sabato 16 giugno 2012

Decennale in capanna d'Afata (TI)

Questo fine settimana il programma e` un po' diverso dal solito. Si festeggia il mio quarto decennale e per l'occasione si e` scelto di camminare poco e nutrirsi molto (non che di solito si digiuni, ma stavolta le scorte alimentari sono particolarmente ricche). Occorre dunque stabilire una destinazione che abbia le seguenti caratteristiche: 
  • non troppo lontana da raggiungere;
  • sufficientemente appartata, in modo da godere di probabile solitudine (non che la compagnia di altri escursionisti ci dia fastidio di solito, anzi: e` piuttosto il nostro gruppo, stavolta alquanto numeroso - siamo in 8 - e rumoroso che potrebbe creare problemi);
  • sufficientemente confortevole.
capanna d'Afata (1678m)
erta la via per la capanna...
Dato che sono io il festeggiato, non puo` che toccare a me decidere. Penso ai posti dove sono gia` stato e a quelli dove da tempo vorrea andare. Cerco anche un po' qua e la` su internet, e alla fine decido che la capanna d'Afata, gia` da noi visitata velocemente nel 2009 poco prima dell'apertura del nostro blog (in agosto, precisamente). L'unico dubbio riguarda l'acqua: sara` gia` aperta? Il problema e` abbastanza rilevante, perché la capanna sorge su un cucuzzolo e se la tubatura non e` collegata il reperimento diventa abbastanza problematico. Per non correre rischi provo a contattare il responsabile e il patriziato nei vari numeri telefonici che trovo in rete: niente. Alla fine mi rispondera` per email il comune di Giornico, ma... quando siamo gia` partiti. Ad ogni modo decidiamo di fidarci e, in effetti, alla partenza del sentiero (Orsino, un gruppo di rustici presso Chironico) due persone ci confermano che l'acqua e` aperta.
bombi in libertà
erta pure la via per il filo d'Afata!
Il percorso per il rifugio è come ce lo ricordavamo: un sentiero discontinuo e un po' "rustico" anche lui, in prevalenza nel bosco: nella prima parte ripido, quindi ripidissimo. Saliamo ansimando per la gran afa, intortandoci un paio di volte ai bivi, ma alla fine arrivando senza troppi problemi. Impieghiamo pero` piu` di due ore: non me lo sarei aspettato, visti i soli 900 metri di dislivello; d'altra parte il caldo e le deviazioni hanno fatto pagare dazio. In compenso il posto mi piace tanto (forse ad altre persone del gruppo, un po' meno, vista la faticaccia per arrivarci: ma tanto stavolta la festa e` mia...): un bel rifugio ben tenuto e confortevole in un ambiente idilliaco e fuori dal mondo.
filo d'Afata (1968m) e Forc. d'Afata (2005m)
Sono le due del pomeriggio, e il numeroso gruppo (almeno per i nostri standard) puo` dedicarsi alle occupazioni preferite. Chi gioca a carte, chi comincia a preparare cibo, chi sale sul filo d'Afata (altri 300 metri di dislivello su traccia, diciamo, da inventare), chi si immerge nella fontana, chi fa meditazione yoga (l'amico indiano del Presidente SEI, venuto in Sua rappresentanza appositamente da Parigi), ecc. ecc.
Pizza fritta! Da veri califfi della cucina...
Trascorso il pomeriggio, la cena non tradisce le attese: mix di antipasti italiani e giapponesi, pizze fritte - ricetta di Corrado (amico di CP dei verdi anni d'Universita' pavese) - e grigliatona di maiale (e questo crea qualche piccolo problema all'amico indiano e vegetariano, peraltro invero molto tollerante, per cui il porco è bestia impura).
Ceniamo all'aperto e restiamo fuori a parlare e a libare fino all'imbrunire: quindi ci spostiamo all'interno facendo luce con la nuova meravigliosa lanterna da campeggio di CP.
è sera....Nardini e scopetta

Per una volta non accendiamo né stufa né camino, perché non ce n'è bisogno: da quanto non succedeva. Scopetta serale, e tutti a nanna chi dentro il rifugio, chi fuori sulla nuda terra. Il sole del non primissimo mattino è già caldo e la mattinata scorre tra un giro vicino lo strapiombo con croce, panorama e panchina sul Matro e sul Piz di Strega e una partitina a carte.
panorama sulla Leventina
Incontriamo diverse persone: si vede che questa è la prima domenica di sole e caldo dopo un lungo periodo! Prima un signore con un bel cagnolino venuto a verificare lo stato della capanna in vista di una gita con diversi amici programmata per la prossima domenica, e poi un gruppo di quattro persone tra cui un socio della Società dei Cacciatori locale che ha costruito fisicamente la capanna dove siamo. "Vedi questo pietrone? L'ho posato io...che fatica", indicando un grosso masso sull'angolo tutto in basso a sinistra rispetto all'entrata. Facciamo conoscenza e quattro chiacchere sui luoghi qui attorno. Alla fine dobbiamo risultargli simpatici perché ci omaggia di una tavoletta di cioccolata.
Pranziamo con polenta e verdure e, prima di affrontare la dura discesa dalla stessa parte dove siamo saliti, un mate di commiato con Esteban: lo rivedremo a settembre inoltrato. Lasciamo tutto a posto, l'offerta per il pernotto e l'utilizzo della capanna direttamente nelle mani dell'amico cacciatore. 
Alla prossima! Che sarà tra non molto...il SEI sta uscendo parecchio.
Nando