domenica 27 gennaio 2013

Cufercalhütte - Piz Calandari (Sufers, GR)

La prima uscita del 2013 vede il S.E.I. lontano dalle usuali mete invernali ticinesi: questa volta andiamo ben a est oltre i "buchi" mesolcinesi dopo il p.sso del San Bernardino, giù per la Rheinwald.
la strada per Lai da Vons
Il segretario S.E.I. Nando, prima di realizzare che non sarà dei nostri, propone la Cufercalhütte, "un posto che mette d'accordo ciaspolatori e scialpinisti" avendone letto anche in un bel report di gennaio del Bradipo delle Alpi. Siamo solo in tre questa volta, Esteban, MP (scialpinista) e io (CP). L'essere mattinieri non ci ha mai contraddistinto, e anche questa volta posteggiamo nella parte bassa di Sufers, bel paesino con nessun posteggio pubblico nella sua parte alta, intorno alle ore 11.00 in una splendida mattinata di sole e freddo teso senza vento.
verso l'Italia - Pizzo Tambò (3279m)
La salita verso la capanna, in questa stagione, avviene lungo la strada che porta al Lai da Vons (2000m ca) dalla quale si vedono partire un paio di deviazioni che in estate accorciano di molto la lunghezza dell'itinerario. Questo è di soli 950m di dislivello, metro più metro meno, ma in inverno è lunga. Non essendoci dubbi sulla strada, Esteban e io raggiungiamo MP che ci aspetta dopo il tunnel in compagnia di un signore zurighese (subito ribattezzato "Giovanni") e del suo bel cane. Saliamo insieme fino a Foppa (1870m) poi Giovanni prende la via del lago e noi tre proseguiamo dalla parte opposta, verso sinistra, con l'idea di chiudere l'anello il giorno dopo.
tracciamo per 500m
Piz Calandari (2556m) e la capanna!
Con nostra grande sorpresa troviamo che il percorso è tutto da battere! Mi scoraggio non poco e chiedo aiuto ai soci per scaricarmi un po' lo zaino facendo leva sul fatto che sono il meno allenato dei tre. Gli amici si riconoscono nel momento del bisogno e infatti mi soccorrono prontamente. Girato l'angolo, il panorama baciato dal sole si amplia a dismisura abbracciando tutto il dolce declivio che termina al Pizzo Calandari (2556m) sotto alla cui cresta di vetta, dal sembiante vagamente dolomitico, scorgiamo la Cufercalhütte. Il problema è che ora il percorso si allontana parecchio dalla via più diretta per allargarsi tutto verso al Lai da Vons in uno splendido susseguirsi di baite tutte rigorosamente chiuse e dall'aspetto molto semplice immerse nello scintillìo diffuso di neve fresca.
avvicinamento lento
Anche con le ciapspole si sprofonda di 30cm a ogni passo, e inizio a essere stanco. Cerco di tagliare il sentiero che, ometto dopo ometto, i miei due sodali seguono anche troppo pedissequamente. Resto indietro con intorno solo dune di neve bianchissima, silenzio, solitudine, e il cielo azzurro quando vedo il sospirato pennone del rifugio: mi sento confortato. Dopo 4 ore e mezza dalla partenza entro in capanna preceduto di mezz'ora dal primo dei due amici.
La capanna, un luogo da ben 120 presenze all'anno nel solo periodo di chiusura, è ottimamente organizzata. C'è una stanza piccola, e molto scaldabile, dotata di tutto quello che serve, tanta legna e la stufa che rapidamente porta la temperatura dai -3C del nostro arrivo a quote più vivibili. Il dormitorio al piano superiore, nella stanza dove ci sistemiamo, contiene una decina di posti letto tutti dotati di caldi piumoni e coperte in aggiunta.
Cufercalhütte (2385m) dal Calandari
La cena è da califfi della cucina quali siamo: impastiamo la focaccia, mettiamo a cuocere il cotechino, prepariamo la polenta che poi, chi vorrà, condirà con abbondante burro e aglio (impreziositi da un tocco di pancetta "paesana" della Basilicata) oppure con "solo" del formaggio a pezzetti. Al termine del tutto, un po' di Braulio, e usciamo a goderci il panorama argenteo di una luna piena che rischiara il gelato e immobile circondario a -11C. Di fronte a noi, nel comprensorio sciistico di Spluga, i gatti delle nevi battono le piste.
La notte scorre morbida e al risveglio la domenica si annuncia di bel tempo fin dalle 8.00, ora in cui un'alba dalle dita di rosa colora le cime circostanti.
Rimettiamo tutto a posto prima di uscire, chi verso il Pizzo Calandari chi aspettando lì intorno per non caricare troppo le ginocchia.
l'alba alla Cufercalhütte
Seguo MP che si lancia dietro le orme di un camoscio fino a guardare dietro il profilo del Calandari l'ampio vallone a nord di esso e il Lai da Calandari ghiacciato. Proviamo a salire in cima ma la neve è troppo farinosa, incompattabile e assolutamente non ghiacciata, sopratutto verso il culmine della cresta. Desistiamo alla quota di 2520m e andiamo a incontrare Esteban fuori da una delle baite attorno ai 2200m.
verso l'anticima
C'è parecchia gente in giro, come dar loro torto, chi con le ciaspole, chi prende il sole, pochi con gli sci. Scendiamo fino al Lai da Vons dove, incontrando una grossa pista battuta, capiamo che il sentiero ufficiale invernale passa addirittura per di qui. Insomma, salire alla capanna per la via consigliata è davvero lunga. Torniamo a Foppa chiudendo il giro e realizzando che nessuno è salito da lì a Glattenberg (2000m) come abbiamo fatto noi ieri.
Lai da Vons (2000m ca)
Raggiungiamo la vettura e torniamo indietro: questa volta, oltre che al Presidente, il nostro ringraziamento va al Segretario S.E.I. Nando per la meta suggeritaci e alla capannara Maria P. che mantiene in perfetta efficienza un posto notevole come questo.
Alla prossima!
CP