domenica 20 luglio 2014

Pizzo Paglia (2593m), val Leggia, val Grono e val Cama

Pizzo Paglia (2593m, sx) e Sass Mogn (2440m)
Finalmente un bel giro serio! In ambienti solitari, rigogliosi, selvaggi, poco battuti, di media quota e pure sopra una cima di pregio. Dopo tanti fine settimana di puntuale brutto tempo Nando, il Segretario S.E.I., e io (CP) partiamo nel pomeriggio di venerdì con un caldo-umido piuttosto spinto alla volta di Pizzo Paglia: bellissima montagna, desiderata da tempo, sulla quale salire con comodo utlizzando due pernotti.
sabato, nel bosco della val Leggia
Saliamo dalla val Leggia per pernottare all'alp de Comun (1543m). Lasciata l'auto a metà strada tra i paesi di Leggia e di Grono sulla interpoderale, percorriamo una ventina di minuti in piano fino a Tec (326m) da dove parte il sentiero. Si sale all'inizio in modo molto placido su una ben delineata mulattiera ma poi il sentiero si inerpica in modo decisamente ripido sulla spalla che dà l'accesso alla boscosa valle.
Verso quota 1000m il sentiero molla un po' e ogni tanto qualche refolo più fresco lenisce il caldone appiccicoso respirato finora... Arriviamo all'alp de Comun verso le 21.30 e, sorpresa!, non siamo soli: un giovane locale molto gentile ci accoglie offrendoci addirittura una birretta a testa! Lui, una persona di casa qui, sta nella baitella attigua al locale pubblico.
verso Pizzo Paglia
Ci aiuta ad accendere il camino e domani, dopo la discesa da Pizzo Paglia, resterà per dei lavori. Di legna nei dintorni ce n'è in abbondanza e qualcuno, probabilmente lui, ne ha raccolta davvero tanta mettendola in sicurezza lungo una parete del complesso e ben riparata da una lamiera. L'alp de Comun è un luogo spartano. Ci sono 6 materassi riparati da un telo di plastica senza coperte nel bel pianale soprastante il grosso stanzone, no stufa, no fornelli, acqua in capanna ma in inverno qui la vedo davvero dura poter restare: mi dice Nando che il luogo ha zero stelle invernali secondo F. Seeger. Probabilmente siamo i primi a cenare e pernottare dopo l'inverno, e una volta che il tavolo è ripulito dai segni dei sorci, ci accompagna al riposo una cena frugale ma con due cose interessanti portate dal recente viaggio di Nando a Madrid: vino e un po' di super-prosciutto crudo di maiale "Pata Negra".
da Pizzo Paglia vista sulla val Leggia
Il mattino dopo ci alziamo con calma e siamo fuori alle 9.00, Sass Mogn (2440m) fa la sua bella impressione baciato dal sole. Il nostro sodale, salito molto prima di noi, ci lascia un biglietto che ci avverte che in alp de la Piazza, il luogo del pernotto di oggi, probabilmente non troveremo acqua. Lasciamo tutto a posto e partiamo alla volta della nostra meta! Il sentiero fino all'alp de Mea (1860m) è tutto nel bosco e con molta erba: decisamente, non è tra i più battuti del Cantone... L'alp de Mea è chiusa. Un po' più sopra, verso quota 1900m, incrociamo il sentiero che taglia la valle dal passo del Segnale (2108m), passo da cui si entra in val Cama, fino al passo di Torrion (2003m) sotto il quale si accede alla val Grono. Da qui andiamo a vista fuori sentiero in direzione di Pizzo Paglia. Solo rispetto a una settimana fa la neve si è ritirata parecchio, e ci prendiamo il tempo necessario per capire avanzando dove sia meglio passare. La scelta di Nando cade sulla cresta NO, anche se secondo me non c'era scelta...l'altra cresta è un ripido coltello!
Passo del Segnale (2108m)
Di nevaietto in nevaietto avanziamo siamo sotto la cima, mi prendo il tempo per uno sguardo fugace sull'alta val Grono e sulla separazione con la val del Dosso dove ci sono un sacco di nuvole! Il tempo di salire in cima al Pizzo Paglia, e le nuvole sono passate tutte anche da questa parte.
Che vista eccezionale si avrebbe da qui! Un po' la immagino, perché il bel Mater de Paia davanti non si vede, ma quello che vedo con le nubi e le nebbie è un quadro reso ancora più austero, come la chiusura della val Cama con la Punta Michele e il Piz Martel (2450m). Fantastico, sono sopra tante valli selvagge e isolate, mi trovo in uno di quei rari momenti in cui mi dico, "Qui è proprio dove avrei voluto essere".
Purtroppo resto poco, il tempo non sembra buono, non guardo neppure il registro di vetta (lo ha firmato Nando) e aspetto che Nando scenda mentre mi giro e mi rivolto per fissare ancora i luoghi nella mia testa ora verso la val Cama ora verso la val di Dosso.
la ferita della val Cama
Questa parte di giro è finita, ne inizia un'altra (diversa) di quasi uguale bellezza.
Dato che è presto, e non sono stanco, decido che scendo in val Cama a vedere l'alp de Vazzola (1804m) dove non sono mai stato. Prima però devo arrivare al passo del Segnale, detto così perché da quando hanno dismesso la ferrovia dei paesini mesolcinesi hanno riutilizzato un bel po' di roba: le croci di Sant'Andrea dei passaggi a livello ora troneggiano su alcuni passi, mentre le traversine non di rado rinforzano i sentieri nei punti ripidi. Quante cose sa il mio socio di passeggiata! Io e lui ci separiamo appena sopra il sentiero che, tutto ridipinto di netti segni rosso-bianco-rosso, traversa la parte alta della val Leggia. Lui va al passo Torrion e io dalla parte opposta, verso il passo del Segnale. Arrivato su, la vista sulla frana di luglio 2012 è impressionante: l'alp d'Albion, piacevole baita, è stata risparmiata per non molti metri...
passo Torrion (2003m)
Scendo e inizia l'avventura: un po' perché voglio fare in fretta, un po' per distrazione mi perdo molte volte i segni e arrivo giù in alp de Vazzola in ritardo sui tempi che mi ero riproposto. Sto in rifugio giusto pochi minuti per ammirarlo: dentro e' molto spazioso, c'è la stufa, no acqua, no fornelli, ci sono tre letti con le doghe in legno(!), ha una splendida scala di legno che lo collega al pianale di sopra dove si trova posto per altri cinque-sei materassi e ci sono i bidoni con le coperte. Ancora la riserva di legna non c'è e purtroppo non c'è neuppure un registro: questo credo sia perché ancora non l'hanno inaugurata. Bene, basta. Risalgo al passo del Segnale e sono le 16.20. Penso che tra due ore sarò in capanna...e invece mi sbaglio! Il tempo è nebbioso ma non ci sono problemi a ritrovare i segni (e lo zaino, e un bastone lasciati) sul sentiero che punta dritto-dritto al passo Torrion (2003m). Arrivo qui alle 17.20, ancora in linea con i tempi prefissati. Scendo in val Grono e dopo cento metri entro nel bosco.
bosco eccezionale in val Grono
Davvero fantastico! Pieno di alberi grandi e vecchi, davvero un posto antico. Del resto questi posti (in realtà, la val Cama e la val Leggia) fanno parte della più estesa riserva forestale fuori da Parchi Nazionali della confederazione. Il tempo di scendere altri 10min e perdo il sentiero a quota 1840m circa per via di tanti alberi caduti e della mia poca attenzione: avessi visto il bollino rosso su uno dei tronchi mi sarei evitato un'ora di ravanata per rovare la via...
Una volta ritrovato il sentiero sono subito in alp de la Piazza, edificio piccolino con una splendida vista sulla chiusura della val Grono: uno scenario di impagabile bellezza "wild". Il rifugetto consta di 6 posti letto con coperte in un locale separato, nella stanza principale si trova un tavolo, no fornelli, no stufa, no acqua dentro, camino, moltissima legna esterna, dotazione da cucina e necessario per lavare i piatti. Questo è un luogo più confortevole dell'alp de Comun (e infatti ha una stella invernale, sempre secondo F. Seeger). Arrivo piuttosto provato soprattutto per lo stress mentale dell'essermi perso e ritrovo Nando contento di aver incontrato una famiglia di locali che hanno la baita 200m qui sotto (a Montada) e che gli hanno dato l'informazione fondamentale: "L'acqua, se c'è, si trova al casinat sotto". Ed effettivamente c'è! Un sottile rivolo di acqua raccolto in un bidone dietro il è sufficiente per lavarci, dissetarci, cucinare e lavare i piatti. Il rischio è che durante stagioni più secche qui manchi acqua del tutto. Dal registro notiamo come siano solo due i nuclei di persone che, veri abituè della capanna, vengono qui in visita: la famigliola incontrata da Nando e un altro signore che ha le sue forniture da letto chiuse in una bisaccia con lucchetto nel dormitorio. Per il resto contiamo una decina di pernotti all'anno.
chiusura della val Grono

Accendiamo il camino per asciugare gli indumenti e gli scarponi (belli i nevaietti, ma vengono le rane ai piedi...), ci diamo a un'altra cena frugale e ci godiamo lo scendere della sera fuori, guardando il panorama dove sopra gli abeti sta la magnifica cornice di montagne.
La mattina dopo ci alziamo davvero presto (arriva il maltempo e io devo essere entro le 12.00 a Pavia), sistemiamo le poche cose che abbiamo lasciato in disordine e scendiamo per la via più diretta che ieri hanno suggerito a Nando: via val Tribia, poi Montada dove ci sono le baite e Moncuch. Un gran bel giro davvero...grazie a tutte le persone che qui curano le baite!
Mi accommiato con le consuete, e mai scontate, invocazioni: evviva il Presidente S.E.I.! Evviva i Grigioni mesolcinesi!
Alla prossima,
CP