domenica 20 settembre 2015

Ai Tör - per funghi e su Pizzo Ricuca

Monda (892m), i cercatori per la loro strada
Va bene, siamo a fine settembre ed è tempo di funghi! La scelta del luogo del pernotto pare obbligata in quanto le moltissime capanne normalmente sempre aperte sono off-limits per via della caccia alta (in Canton Ticino dura le prime tre settimane di settembre e il weekend 26-27). Non rimane che tornare nel bel rifugio Ai Tör (1265m) del Patriziato di Iragna: luogo tutt'altro da sottovalutare se si va in cerca del prelibato frutto della terra. Infatti, non solo l'accesso a questo rifugio è poco impegnativo, e si presta bene a lasciar tempo alla ricerca, ma già in passato l'itinerario per raggiungerlo regalò al S.E.I. piacevoli e funghesche sorprese...
Si beh, ok.... Ai Tör... e per chi vuole camminare??? Ma c'è il pizzo Ricuca (2279m) nei pressi! Deciso. L'amenità della gita richiama molti sodali e quindi via! ln ben cinque partiamo alla volta della val d'Ambra, sopra Personico, dove si lascia l'auto poco prima della suo invaso.
appena sopra Malsegro (1513m), la fondamentale 'P'
La giornata è soleggiata, non calda, e l'inizio della salita fino al cartello di Monda (892m) avviene placidamente. Qui, circa alle ore 12:00, chi vuol camminare si separa da chi vuol cercare i funghi. Questi ultimi percorreranno il traverso fino a Pozzo (989m), e poi in salita fino al rifugio. In effetti durante la salita constateranno che la massima fioritura delle varietà migliori è passata, e ora le troppe piogge della settimana hanno un po’ deteriorato la qualità di ciò che è rimasto. Ad ogni modo, alla fine il bottino sarà comunque abbastanza soddisfacente. Nel frattempo CP si dirige verso la parte esplorativa di questa giornata chiedendosi “Arriverò sul Pizzo Ricuca oggi?”. Per essere pronto a quello che lo aspetta, il nostro è pronto: ha con sé questa bella relazione qui di Fabio ('tapio' su Hikr, che si ringrazia) e torna buona la precedente esperienza S.E.I. di questi luoghi: dal cartello di Monda si sale al termine della frazione fino all’ultima baita che sta vicino a una edicola votiva e da qui si entra, scavalcando il filo della recinzione, nel pascolo per dirigersi alla sommità di esso: quattro anni fa abbiamo compiuto questo itinerario in discesa.  
verso l'alpe Matro Colmo: il Ricuca!
Da dentro il pascolo occorre mettersi con l’animo in pace e scordarsi i segni: fino a Malsegro, c’è solo qualche ometto di pietra o qualche paracarro bianco e nero di quelli che di solito delimitano le carreggiate stradali. Dal pascolo, si diceva, attraverso una traccia prima flebile poi via via più marcata, e impiegandoci 20-25 minuti, si arriva fino a Laghetto (1087m) (che CP non vede ma è questo qui) e poi, attraverso il bel bosco che vieppiù si infittisce, si arriva in un’altra mezz’ora a Sprügh (1348m), un’alpe dominata dalla grande costruzione in pietra del ricovero per gli animali. Ancora pochi decine di metri e, non appena filtra un po’ più di luce dal bosco, si è a Malsegro (1513m). Sono le ore 13:15 circa. Qui a Malsegro ci sono belle baite ristrutturate, ma solo una è lasciata aperta e non è neppure male: piccolina, con acqua corrente, legna, stufa, cucina a gas, qualche stoviglia e un bel pianale per dormire con materassi e coperte.
scorci tra Matro Colmo e Pianazzora
CP ne approfitta per fare pausa e lasciare lo zaino. E poi via di nuovo, verso il Pizzo Ricuca! Dalle ultime baite di Malsegro (quelle più a sud) occorre seguire la traccia più grande in cima al prato fino a che si biforca il sentiero. Il segno fondamentale sta intagliato su un albero tutto sulla destra: una grande ‘P’ con una freccia. Nel giro di 20-25 minuti si è all’alpe di Pianazzora (1662m), che sorge lungo un bel prato con una vista splendida a nord-est nella regione dell'Adula. Appena si arriva salendo all’alpe di Pianazzora occorre andare tutto sulla destra, e superare un facile balzo, per trovare una comoda traccia per risalire tutto il lungo pratone passando vicino alle tante baite. Nessuna di loro è aperta e, strano, non c’è nessuno in vista. Da qui inizia il facile traverso per l’alpe Matro Colmo (1767m): il percorso è ben delimitato dalla comoda traccia. Servono una quarantina di minuti di bei saliscendi e si arriva sulla costa est del Pizzo Ricuca. Dall’alpe Matro Colmo si gode di una vista spettacolare! Tutta la valle Iragna dalla Cima di Negrös, al Poncione Rosso, alle sue diramazione in tre vallette la più a nord delle quali è la val Camana sotto la splendida Cima Lunga. Chiude la visuale a sud-ovest il pianoro di fronte su cui si appoggia l'alpe di Stübiell (1983m) con la bocchetta di Riva (2181m, fuori campo). Purtroppo (o per forutna) CP è stanco e, alle ore 14:50, rimanda a domani la salita al pizzo: la cosa si rivela provvidenziale in quanto si sarebbe trovato sotto la grandine tra le roccette della discesa di I grado (ma anche di II grado per quello che ci racconta).
il rientro Ai Tör - ore 16.35 sotto l'acqua
Infatti, di qui a un’ora inizia a piovere. Anzi a grandinare. Comunque sia, le 16.35 del pomeriggio fuori dai Tör risuonano del chiaro grido di “Ciiiiiiiiippppyyyy!”, segno dell’arrivo del nostro al campo base nel quale trova meritato ristoro e constata come anche questa volta la ricerca dei funghi abbia prodotto i suoi risultati: una gran quantità e una più che discreta qualità, con alcuni esemplari piuttosto validi che saranno mangiati crudi.
La fine del pomeriggio e la serata scorrono morbidi tra preparativi vari, pulizia e suddivisione dei funghi (chi nel risotto, chi trifolati, chi crudi, chi scartati perché dubbi e/o troppo vecchi). Il link alle foto che, al solito, si trova nei commenti rendono più di mille parole la piacevolezza della permanenza in rifugio.
risultato (parziale) della ricerca
Domenica mattina, dopo una notte agevole nonostante qualche dialogo tra addormentati, CP parte alle 7:44 alla volta del Pizzo Ricuca. Il tempo è splendido, la mattina è tersa e a terra è piuttosto asciutto per via del tanto vento che ha spazzato le nubi definitivamente. Rivedremo il nostro alle 14:15 nonostante la salita in cima lo abbia impegnato fino alle 10:28. Perché? Perché è bombo, e scendendo si è intortato pesantemente. Ma andiamo con ordine. Tornato all’alpe Matro Colmo, sale a vista sulla spalla appena dietro di essa seguendo su traccia il tubo dell’acqua che lo porta a una piccola cisterna. Da qui, tenendo leggermente la destra e seguendo tracce di cacciatore (o d’animale), ravanando non poco tra cespugli vari di rododendri e ginepri, arriva alla base di una pietraia, salita la quale tiene leggermente la destra e spunta “agevolmente” (dopo passaggi di I grado) a metà della costa di vetta. 
dall'alpe Matro Colmo, il Poncione Rosso (2505m)
Spettacolissimo dalla cima lassù!!! Si domina la scena, anche se CP non ha occhi che per la valle di Osogna, il “buco” prossimo venturo, e la sua bellissima chiusura tra i Torrent vari, il Piz di Örz e quello di Campedell. Ma si lasciano ammirare tutti i giganti presenti: Poncione Rosso in primis, e poi a ovest tutta una pletora di cime e coste rocciose che lasciano ammirati (grazie al dettaglio delle foto di 'tapio' le si identifica facilmente!). Più lontano a nord-est la vista spazia sulla regione dell’Adula.
la spalla e il "ravano" fino a Pizzo Ricuca
Arriva il momento di scendere e il nostro si complica la vita optando per una discesa "verticale", ma torna al Matro Colmo impiegandoci solo 30 minuti in più dell’andata quando salì in 1h e 5min. Da qui alla ‘P’ appena prima di Malsegro tutto è facile. Per telefono il resto del S.E.I. lo informa che “se dalla ‘P’ non torni a Malsegro e segui il tubo dell’acqua risparmi 20 minuti” (e ti risparmi anche tutta la serie di grossi alberi franati sulla traccia, quella più in basso, tra Malsegro e la piazzola rocciosa a 1490m prima della discesa lungo il riale). Tuttavia il nostro, per timore di trovarsi a Rogliei, tiene troppo la sinistra, esce dalla traccia e si perde.
Pizzo Ricuca (2279m)
Nel frattempo, gli altri sodali, svegliatisi con molto più agio, escono in direzione delle bolle di Pianazzora alla ricerca memori del fatto che la zona, grazie al bosco di conifere, è vocata alla crescita di altre varietà fungine. Tuttavia, stavolta, l’escursione si rivelerà da quel punto di vista piuttosto infruttuosa, se non per il bei panorami (sia pure non paragonabili a quelli che CP avrà ammirato dalla vetta) e l’ambiente sempre magico della zona. Ma torniamo a CP: trovato un riale piuttosto gonfio, il nostro lo segue verso il basso con un occhio all’altimetro: ma è il riale sbagliato! Non è quello parallelamente al quale scende il sentiero sulla CNS, ma è quello più a sud che passa a ridosso della legnaia dei Tör. 
dalla cima, la valle di Osogna e la sua splendida chiusura
Per fortuna che, al telefono, i soci S.E.I., nuovamente in rifugio dopo la gita mattutina sopra l’alpe di Pianazzora, si accorgono di sentire la sua voce. Il gruppo si ricongiunge così alle ore 14:15. Dopo il pranzo, si sistema tutto e si parte per la via dell’andata, sempre con l'occhio vigile alla ricerca di nuove prelibatezze; tuttavia anche in questo caso il bottino è scarso. 
rifugio Ai Tör(1265m) e il bel büüs ove sorge
Lungo la strada del ritorno sostiamo a Iragna per lasciare il contributo al Patriziato che, insieme al Presidente, ringraziamo sentitamente: il primo per la manutenzione e la cura di questi bei luoghi e il secondo per la sua attenta guida e il costante supporto alle imprese S.E.I.
Alla prossima!
CP e Nando


P.S.: nello splendido rifugio Ai Tör, come si vede nelle foto (link nei commenti), manca l'illuminazione: portarsi lampade e/o candele!