domenica 31 gennaio 2010

Capanna Bardughéé (TI) CH

Un altro fine settimana di freddo e vento, ma anche di splendida luna piena. Viste le condizioni meteo, rinviamo a tempi migliori le salite in quota e scegliamo un'escursione tranquilla in Verzasca. Il percorso è molto panoramico e, anche in inverno, può essere effettuato senza difficoltà, magari evitando i periodi immediatamente successivi alle nevicate (vista l'esposizione molto soleggiata, comunque, la neve si assesta in fretta). Nel nostro caso, poi, la traccia era ampiamente battuta e siamo saliti capin poco più di due ore.
Il rifugio d'estate è la base per la salita al pizzo Vogorno, che non ci faremo mancare in futuro. In realtà, un escursionista solitario che ha condiviso con noi il rifugio è riuscito ad arrivare fin quasi in cima anche adesso (ma ha anche commentato che la salita è stata "un casino"; in effetti, anche vista dal basso faceva una certa impressione). Noi ci siamo limitati a esplorare l'alpeggio e gli immediati dintorni, fotografando laghi e monti da mille angolazioni.
Il percorso. Da Vogorno (o, se si va in auto, dal caratteristico borgo di Costapiana) si sale nel bosco di castagni fino a Corte Nuovo. Il tratto successivo rimonta a tornanti un ripido prato sul quale sono disseminati diversi nuclei di baite in posizioni incredibili "a picco" sulla valle. Rientrati nel bosco, in breve la pendenza diminuisce e si giunge nella parte inferiore del grande pianoro dove è situata la capanna insieme a numerose altre baite. Dalalp rifugio si può salire ancora con facilità per circa 200 metri di dislivello, guadagnando la vista del Monte Rosa; più su, come anche in direzione del Pizzo Vogorno, le pendenze aumentano decisamente...
Nando

sabato 2 gennaio 2010

Tempesta di vento a Curgei (VB) I



Appuntamento annuale al bivacco del Gufo per una cena in compagnia degli amici. Anche stavolta riusciamo a trasformare una tranquilla passeggiata in un'avventura, grazie al geniale timing dell'escursione. Scegliamo infatti probabilmente la giornata più ventosa di tutto l'inverno e facciamo la salita in mezzo a una terrificante tempesta di favonio. Ovviamente il percorso di cresta è impraticabile, in queste condizioni; dunque scegliamo il sentiero a mezzacosta. Anche qui nell'ultimo pezzo il vento ha cancellato la traccia e bisogna procedere con una certa cautela, specialmente durante le raffiche, che ci sventagliano di blocchetti di ghiaccio e ci costringono in alcuni momenti ad "ancorarci" al pendio con le bacchette.

La sera, però, abbiamo il nostro premio (oltre a quello consueto costituito dalle libagioni): verso le 22 il vento cessa e possiamo salire al Pernice al chiaro di luna, senza neanche dover accendere le frontali. Una meraviglia, di cui anche qualcun altro si accorge, tanto è vero che il mattino successivo scopriremo che una persona è arrivata al bivacco all'1.30 e ripartita alle 3, peraltro molto discretamente (quasi nessuno si è svegliato).

Il mattino del 3, dopo una splendida alba, il cielo si copre. Saliamo al Pian Cavallone e scendiamo velocemente sotto un cielo bigio. Già che qualcuno prima di noi è salito portandosi la legna, neanche noi vogliamo essere da meno e lasciamo in dono una sega nuova a questo splendido bivacco, sempre ben organizzato e confortevole nonostante l'ampia frequentazione.
Nando