sabato 24 settembre 2011

Rifugio Ai Tör - Patriziato di Iragna (TI)

Nando preme per tornare al rifugio "Ai Tör", una bella capanna del patriziato di Iragna, "però salendo dal 'bacino val d'Ambra', sopra Personico, non da dove siamo saliti la scorsa volta" (ovvero da Iragna). Infatti da sopra Personico si passa per zone (e lo sappiamo bene) poco battute e quindi con maggiori possibiltà di trovare i prelibati frutti di stagione. Spargiamo la voce e per questa gita ci ritroviamo nel magico numero mai raggiunto prima: 8 persone! Tre soci fondatori SEI e ben cinque simpatizzanti. Fantastico.
Bradesc
La salita dal bacino val d'Ambra avviene passando per i paesini di Badresc e Monda nel quale non ci accorgiamo del ripido bivio a destra per salire direttamente a Malsegro, dove inizialmente volevano arrivare. La temperatura non è elevata, ma l'umidità è davvero tanta. Proseguiamo seguendo i ben visibili segni che invitano al lungo traverso, pieno di sali-scendi, ma anche dei piu' grossi funghi tra i tanti che troviamo. Il punto di arrivo del traverso è Pozzo, da dove si arriva anche salendo da Iragna. Fin qui si è saliti con la calma che merita la ricerca e la raccolta dei funghi: Giacomo e Marco (grande ritorni!) contribuiscono alla causa trovando i due piu' grossi porcini del giro che, comunque, sono in buona compagnia di non pochi porcinelli, porcini più piccoli, boleti vari, gallinacci e qualche mazza di tamburo per una cena da gia' ci immaginiamo da califfi. Gli ultimi 300 metri sono di salita vera, da Pozzo al rifugio.
una raccolta fruttuosa
Arriviamo nel primissimo pomeriggio e troviamo la baita in perfetto stato: non ricordavo che mancasse la luce elettrica ma per il resto c'e' tutto: acqua corrente, gas, camino e, di sopra, materassi da stendere sul pavimento di legno e tante coperte. Di fronte al rifugio c'è il locale legnaia con la bombola del gas di riserva (ci è servita), tanta legna grossa, due asce, una sega e attrezzi vari. Non è una capanna pensata per l'inverno anche se in rete non mancano le testimonianze del contrario. Ci stupiamo dell'assenza della cassetta dove lasciare i soldi. Dopo un te' e dei biscotti, tanto per tenerci un po' per dopo, si passa il pomeriggio in ordine sparso, chi sale su a Malsegro, chi resta a giocare a carte, chi taglia la legna prima dell'inizio delle operazioni di preparazione del cibo.
rifugio Ai Tor (1285m)
Per iniziare spezziamo la fame con un po' di speck che vola via veloce con un bicchierino di prosecco e un assaggio di salame di testa direttamente dalla val Bormida. Intanto, all'interno del rifugio, sul camino, i funghi vengono fatti restringere per il risotto; una seconda parte di essi viene tagliata per la trifolatura del giorno dopo; sul gas bolle un pezzo di carne con sedani, carote e cipolla; Nando prepara un piatto di ottimo Graücase; arrivano calde arroste cotte nel forno a gas e accompagnate da sangue di Giuda; si tagliano peperoni e melanzane da stufare per contorno; l'aperitivo termina in bellezza con mazze di tamburo in padella e le cappelle di porcino al forno; si cuoce la focaccia con i porri; il riso inizia a tostarsi, con un bel soffritto, per poi cuocere nel brodo tenuto in caldo. Ce n'e'! La cena e', come nelle aspettative, da califfi. Dedichiamo un brindisi al Presidente e uno al socio fondatore Esteban assente. Dopo cena, come non capitava da tempo, una bella partita a scopone prima di darci al salutare e meritato riposo dei giusti.
verso Malsegro
Un po' di noi si alza presto al mattino, un po' aspetta le 9.30. Il programma condiviso della giornata è: salire a Malsegro, continuare per Pianazzora (si vedrà Trüsp? No, troppo bosco), cercare altri funghi, ri-scendere a Malsegro e continuare la discesa una volta trovato il sentiero per il quale avremmo dovuto salire ieri. Tutto bene, e poco dopo le 13.00, dopo aver trifolato per benino i funghi e pranzato accompagnati dall'ultima bottiglia, salutiamo Ai Tör lasciandolo a posto. Salutiamo anche una nutrita combriccola di gitanti un po' avanti con gli anni che, saliti da Pozzo, si godono il sole del pomeriggio. Torniamo a Malsegro, chi per la terza volta. Qui ci dividiamo: quattro della coalition of willings procedono per Pianazzora, altri quattro restano nei dintorni. A Malsegro c'è un gruppo di baite dove stanno lavorando per ristrutturarle. Saliamo verso una cimetta boscosa (le Bolle di Pianazzora, sui 1700m) e attraversiamo il bellissimo pianoro delimitato da larici che si stanno tingendo dei colori autunnali.
Bolle di Pianazzora
Troviamo tanti finferli e qualche bel porcinello prima di far ritorno tra gli altri, i quali non sono stati certo con le mani in mano e han trovato altri funghi per le rispettive cene. La ricerca del sentiero sotto Malsegro va a buon fine da subito e si scende rapidi per il fitto bosco di abeti e faggi. Una volta a Monda, capiamo dove abbiamo perso il bivio ieri: il sentiero scende ripido attraversando un pascolo di cavalli da dove si entra e si esce attraverso il filo di nylon elettrificato: non lo abbiamo proprio visto ieri...
Prima di far rientro in Italia ci fermiamo a Iragna per lasciare il dovuto nella casella delle lettere dell'Ufficio Patriziale: firmato il SEI.
Alla prossima!
Marco "CP"

domenica 4 settembre 2011

rifugio Volta - val dei Ratti (SO)

Un'uscita di inizio settembre in val dei Ratti ci voleva proprio! Torno in capanna Volta dopo 5 anni facendo meno dislivello di quando partii direttamente dalla stazione di Verceia: questa volta Nando, Nike e io, ci concediamo l'auto fino a Piazzo dopo aver acquistato al bar del Sert il necessario permesso per transitare (3.5 euro, buono per tutto il fine settimana).
bassa val dei Ratti, da Corveggia.
La strada asfaltata termina 15-20 minuti sotto la bella cappelletta alpina in mezzo ai castagni. Lasciamo qui l'auto anche se la strada, sterrata, prosegue fino sotto la cappelletta: arrivera' mai a Frasnedo? Purtroppo non ha piu' molto senso salire partendo dalla fine di Verceia perche' i lavori per la strada han completamente rivoltato tutto e i pezzi residui di "mulattiera", quando non asfaltati anch'essi, connettono con brevi passaggi dei pezzi di strada...
Dalla cappelletta alpina, dopo la fontana, seguiamo i segni e siamo subito sul sentiero per Frasnedo. Poco sopra
Il Mot, dall'alpe Camera.
incrociamo il tracciolino e la deviazione a destra per scendere alla diga di Moledana per risalire e continuare sull'altro versante: potrebbe essere interessante andare di la' in quanto l'alta val dei Ratti puo' essere raggiunta da entrambi i lati, e quel versante di valle non l'abbiamo mai percorso. Arriviamo a Frasnedo e ci concediamo una pausa al bar del rifugio. Il tempo e' bello, anzi fa caldo. Proseguiamo e, ancora lungo la discesa dopo il rifugio, incrociamo la frana che recentemente si e' abbattuta da queste parti risparmiando, per fortuna, l'abitato. Attraversiamo rapidamente Corveggia e i pascoli di Tabiate e siamo al bivio dove, sotto, c'e' il ponte per il bivacco Primalpia. Proseguiamo tenendo la sinistra e andiamo su verso l'alpe di Camera: questo e' il primo dei due pezzi di salita dura. Sotto il sole, in una cinquantina di minuti, arrivo all'alpe Camera dove mi aspettano Nando e Nike. Gia' da qui la vista spazia sulla splendida cornice che inquadra l'alta valle dei Ratti.
Il Mot e' in vista! E' questo il roccione da aggirare seguendo il sentiero, e lasciandoselo sulla sinistra, risalendo una ripida vallettina fino a Talmucca: il secondo pezzo di salita dura.
Capanna Volta.
Me la ricordavo dura, ma questa volta e' pure peggio. Nando e Nike sono lontani (ingrata...manco mi aspetta), e molto lentamente raggiungo Talmucca e il rifugio. Impiego 4 ore e un quarto dall'auto, i piu' rapidi oggi hanno impiegato 30 minuti meno di me.
Nando si svacca sul tavolo fuori e Nike gioca per conto suo. Mi svacco anche io, anzi dormo al sole per un bel po'. Il rifugio, anche se vecchio, e' accogliente e funzionale come me lo ricordavo. Nonostante la struttura, infatti, è tenuto molto bene: molto meglio della Capanna Como, per dirne una. Nel registro c'e' ancora la mia firma, la gente si ferma qui da maggio a novembre. Nel 2010 conto 65 firme. C'e' un'ampia fornitura di legna, la sega, ottima la stufa, molte coperte (asciutte, anche se da lasciare poi nell'armadio della camera #1, quella con un forte odore di umido nell'aria), cuscini, una buona dotazione per la cucina. Adocchiamo anche la teglia per la focaccia, peccato che il forno della stufa non ci pare all'altezza dei califfi della cucina SEI.
Sopra il Volta, placche a 2400m
Nel pomeriggio riusciamo a salire di altri 200 metri ma, appena sotto l'inizo delle larghe placche, torniamo indietro perche' il tempo inizia a ingrugnirsi: ci aspettiamo molta pioggia per domani. Cena "basic", ma nel nostro spirito califfo (riso e lenticchie con soffritto di cipolla), e subito a nanna nella camera #3 in alto, la piu' confortevole secondo noi.
Durante la notte le scrosciate di acqua dal cielo non fanno presagire nulla di buono per la discesa di domani. E invece accade il miracolo! Ci svegliamo presto e il tempo sembra tenere, anzi, secondo Nando e' meglio di quanto si prevedesse. Utilizziamo, come consigliato in caso di maltempo, il sentiero dello "Scalone" che confluisce, senza un segno, nel traverso per raggiungere la base del Mot vicino all'alpe Camera: all'andata non lo avevamo notato.
lo Scalone, in discesa.
L'assenza di giro domenicale e' compensata dalla colazione con crostata al rifugio di Frasnedo dove, parlando con i gestori, ricaviamo informazioni per tornare qui a festeggiare il ritorno di Stefano dalla Bolivia, rientro previsto per fine dicembre. Attorno alle 11 e 10, proprio quando inizia a piovere, siamo in auto. Il tempo di lasciare la bizzarra chiave del rifugio alla signora Origioni (mi fa un conto da 30 euro senza ricevuta: Nando e io siamo soci CAI) e ripartiamo. 
Gia' pensiamo alla prossima avventura (speriamo) settembrina, quando celebreremo con il SEI l'arrivo dell'autunno e dei suoi regali (gli amati funghi) sui monti del Canton Ticino...
Marco "CP".