sabato 14 settembre 2013

Cima di Val Loga e bivacco omonino (ex Cecchini)

Il maletempo previsto constringe il S.E.I., in formazione due soci e due simpatizzanti, a un'insolita uscita in giornata e il luogo prescelto, caduta la meta Monte Emilius, è il bivacco Cecchini sotto la Cima di Val Loga (3004m) e nei pressi del ghiacciaio del Piz Ferrè (3103m).
la val Loga e anitcima a 3092m
di Piz Tambò (3279m)
La partenza è il paese di Montespluga (1900m) che raggiungiamo in auto. Per arrivare al bivacco occorre risalire la val Loga, una valletta glaciale chiusa a ovest da una fila di monti che separa l'Italia dal cantone dei Grigioni con il Pizzo Tambò (3279m) più a nord, e dall'altra parte la Loga e il Ferrè.
Il fondovalle è tutto un pascolo senza un solo albero, e ne attacchiamo la risalita intorno alle ore 11.00 (un po' trdoppo tardi...) sotto al sole. Il bivacco Cecchini (2740m) si inizia a vedere distintamente già quando siamo a metà valle e, guardando indietro verso Montespluga, si vede  anche il ghiacciaio della Suretta, sorto da tempo.
Montespluga e Pizzo Suretta (3027m)
Seguiamo i segnavia per i lunghi pascoli e qualche acquitrino odoroso dei molti escrementi bovini che, fortunatamente, spariscono non appena la salita inizia a diventare ripida.
Copriamo l'intero percorso in poco meno di due ore. In bivacco non siamo soli: c'è un uomo, Mauro, un abituè di questi luoghi, e una coppia di signori della Brianza che, come lui, bazzicano da tempo questi luoghi. Si annuvola con nubi alte.
bivacco "Val Loga" (2740m) e Suretta
Dal bivacco si vedono chiaramente il solitario e maestoso Pizzo Stella (3163m) e, dietro a esso, il Cengalo (3369m) e il Badile (3305m) più a sud dei quali stanno gli altri graniti del comprensorio di valli ben note al S.E.I.. Più a nord si vedono montagne che non conosco: quelle dietro al passo Spluga e dell'alta Engadina. Il bivacco ha cambiato aspetto e nome: da Cecchini ora si chiama bivacco "Val Loga", non è un lamierone ma un prefabbricato tutto di legno e la sua gestione è del CAI di Montespluga. Dentro c'è un tavolo, panche e sgabelli, nove posti letto con cuscini e coperte, e una cucina a gas con poche dotazioni. Coperte a parte, non c'è nulla per scaldarsi.
Piz Ferrè (3103m)
Avendo con noi la caffettiera, ci facciamo subito un caffè (non c'è te') e ci ripariamo dal vento stando dentro. Pranziamo frugalmente e poi ci incamminiamo verso la Cima: malgrado abbiamo con noi piccozze e ramponi, non ce la sentiamo di provare a camminare sul ghiacciaio neppure fino al colle a destra del Piz Ferrè a quota 2944m: ci appare tutto troppo lontano. Per  un po' i segnavia azzuro-bianco-azzurro (già svizzeri anche se siamo in Italia) sono comuni con il percorso che porta sul Piz Ferrè, ma perdiamo il punto dove gli ometti segnano il bivio per la Cima di Val Loga e così, un po' a casaccio tra i pietroni, arriviamo a 2995m presso una cimetta esattamente a metà tra i due.
davanti a Steacco sta
la Cima di Val Loga (3004m)
Spettacolo! Dietro si vede il Rosa e i giganti del vallese già circondati da una coltre di nubi alte, più densa sul biellese, e che, tutto sommato, ci mostra come il maltempo atteso stia proprio arrivando. Scendiamo in bivacco, giusto il tempo di una scopetta e di un po' di vodka, poi salutiamo la combriccola di quattro giovanotti milanesi che nel frattempo è salita qui, firmiamo il registro e iniziamo a scendere per lo stesso percorso della salita.
Siamo in auto alle ore 18.15: il tempo di un altro caffè al bar e ci rimettiamo in strada. Beh, dai. Questi quattro passi sono stati divertenti in un posto panoramico, ma speriamo in una situazione meteo migliore già dal prossimo fine settimana per nuove avventure.
Alle future mete!
Evviva il Presidente!
Evviva il S.E.I.!
CP