domenica 28 marzo 2010

Ospitalità fantastica all’alpe Cingora (VB) I

Questa volta optiamo per una comoda ascesa, l'alpe Cingora in valle Anzasca (www.alpecingora.it). Il sentiero da Pianezza (appena sopra San Carlo) si raggiunge con una carrozzabile in buone condizioni ed e' tutto esposto al sole, cosa che ci concede di trovarci all'inizio del sentiero con molto agio alle 11.30. Il sentiero e' piuttosto diretto e facciamo i 600 metri di dislivello in poco piu' di un'ora. Viene con noi anche il cane Febo. L'ultima volta (novembre 2009, aveva 6 mesi) mi ha costretto a cercarlo su e giu' da Frasnedo a Piazzo (val dei Ratti) perche' si era perso. Questa volta ci segue bene, e anche a lui non par vero di trovarsi su, circondato da amici (ben 4 altri cani) con i quali si diverte un mondo.re
Appena arrivati conosciamo una della quindicina di famiglie del consorzio che ha rivitalizzato l'alpe Cingora ristrutturando le baite e usandole. Hanno sistemato anche un bivacco che, a giudicare dalle firme sul registro, e' ben frequentato (complice anche il sito internet fatto molto bene). Il posto e' decisamente bello, un balcone sulla valle Anzasca nella parte che la separa dalla val Sesia.
"Avete fame?" ci chiede la signora Mirella e ci offre un bel po' di pasta al ragu' con la salsiccia: accettiamo contenti e ha inizio così un fine settimana che, personalmente, a parte un po' di legna e sincerarmi che Febo non scappi per chissa' dove, catalogo all'insegna del dolce far niente. Stefano passa gran parte del pomeriggio a socializzare con i consorzianti, e forse per questo il signor Giovanni viene a montarci la canna fumaria della stufa: ci troviamo così, di colpo, in un bivacco a 4 stelle per i nostri standard. Contemporaneamente, tutta la legna che Nando, Sergio e Andrea hanno tagliato ci garantisce un buon tepore interno.
Anche il signore della baita vicina al nostro bivacco ci da' una mano con la luce elettrica.biv
Siamo solo noi 5 (e Febo) a fermarci per la notte. La cena e' sontuosa come sempre ci capita quando sappiamo che possiamo contare su tante comodita' per cucinare: stufa, fornelli, forno. Sono contento di dare in cucina il mio maggior contributo alla riuscita del giro.
A sera andiamo nella baita di Mirella e Giovanni per quattro chiacchere, giocare a scopone e bere vino. Nonostante l'impegno faccio perdere sonoramente Giovanni. Tornati in bivacco ci accomodiamo. Dormo saporitamente; Febo mi sveglia alle 6.00 per i suoi bisogni e trovo Stefano gia' vestito di tutto punto che si gode la visione di un'alba rosata che annuncia la bellissima domenica di sole che sarebbe seguita. Nonostante tanta bellezza e aria fina, riprendo a dormire per risvegliarmi tre ore dopo. Resisto facilmente all'invito di Nando di uscire per il giro mattutino: lui e Stefano (e Febo), infatti, partono presto per salire verso la croce a quota 1700 mt. circa. L’ascesa diviene complicata anche con le racchette da neve causa il manto nevoso spappolato dal caldo. Dopo circa tre ore sono di ritorno. Grazie agli amici dell’alpe Cingora.
Marco (e un poco Stefano)

domenica 14 marzo 2010

Alla capanna Sponda (TI) CH

Una due giorni di tempo fantastico e, dopo lunga riflessione, decidiamo di andare alla capanna Sponda in val Chironico. La strada che porta all'inizio del sentiero e', naturalmente, bloccata dalla neve e quindi ci tocca un lungo tratto di percorso prima di arrivare all'inizio del sentiero. Dopo una mezz'ora lo troviamo: fino a Golzengo sale, ben ripido, per tornanti. Passiamo accanto a grossi pezzi di ghiaccio che iniziano a sciogliersi. Non e' saggio indugiare e saliamo di buon passo perche' ogni tanto sentiamo il rumore di qualcuno di questi che, poco distante, cade. Arrivati a Golzengo indossiamo le ciaspole, e qui mi separo da Giacomo e Stefano. Sono troppo stanco per star loro dietro: inizia qui la mia lenta ascesa. Arrivo al paese di Cala, bellissimo, e già vedo in lontananza i miei due soci che avanzano decisi. Dopo Cala si traversa fino al torrente, passato il quale inizia il secondo pezzo di salita veramente dura (almeno per me) su per il bosco. Le condizioni della neve sono abbastanza buone, 1 se non fosse per la mia stanchezza si salirebbe bene nel tipo di sentiero che prediligo: rapido che non si perde in chiacchere. 
Arrivo alla capanna Sponda dopo un'ora e mezza rispetto ai miei soci, e scopro che non siamo soli: ci sono tre scialpinisti ticinesi e quattro scialpinisti della svizzera tedesca. Gente tosta per motivi diversi: i tedeschi, nel pomeriggio, sono stati verso il pizzo Forno, che da' sulla V. Piumogna della capanna Campo Tencia (altro bel posto dove siamo stati), i ticinesi hanno vuotato il loro primo cartone di 3 l. di vino e mangiato salame. La serata trascorre, con modalità diverse nel cucinare, cenare, brindare e chiacchierare, tra noi e i ticinesi da una parte e i tedeschi, compitissimi e ordinati, dall'altra.
Anche domenica il tempo e' splendido e, incredibilmente, siamo fuori alle 8.31. Ci dirigiamo verso il Passo Barone, abbiamo davanti sia i tedeschi che i ticinesi che ci precedono. Arriviamo a 2300 metri 4 insieme, e poi non e' piu' cosa per me: andare verso il passo Barone e' complicato dalla pendenza sempre piu' crescente, e verso il passo Soveltra  la neve e' troppo fresca, troppa la fatica. Saluto Stefano e Giacomo e rientro in rifugio dove finisco di pulire la pentola dei pizzoccheri della sera prima. Stefano e Giacomo arrivano fino a 2600. Prima del rientro rincontriamo in rifugio i tedeschi che sono soddisfatti di essere giunti in cima al passo Barone, insieme ai due dei tre ticinesi: quelli che han retto meglio le fatiche enoiche della sera prima.
Marco