sabato 15 giugno 2013

alpe di Starlaresc, val Verzasca

Un bel fine settimana di metà giugno, questo, con il S.E.I. in formazione internazionale: è con noi ancora una volta Goro, il collega dal Giappone di Nando. Questa è anche l'occasione dei saluti a Esteban che ci lascia fino a settembre per la sua annuale scorribanda in Asia in località ignota (chissà se incontrerà il Presidente...).
Pianasc (819m)
Il posto scelto è di prima categoria: la capanna Starlaresc, 1875m, sotto il Madom da Sgiof in val Verzasca. Il luogo è famoso per la presenza del tritone alpestre, un raro anfibio abitante dei laghetti montani che qui trova le condizioni ottimali per il suo sviluppo.
Partiamo relativamente di buon'ora e posiamo l'auto alle 10.30 in una stradina a fondo cieco sulla sinistra appena dopo un ristorante sulla strada principale che attraversa Piee (740m), frazioncina di Brione. Il cartello, poco prima della stradina, indica la capanna.
Sono diverse le possibilità per salire alla Starlaresc: lo impareremo a nostre spese al ritorno. Per l'andata non ci sono dubbi: scegliamo di percorrere la via più diretta.
pausa a Màtar (1304m)
Passiamo rapidi Pianasc (819m) da cui parte la prima salita un po' erta fino a Màtar (1304m). I segnavia, accanto il classico bianco-rosso, sono pittati di curiose striscette gialle. L'eco dei discorsi che ascolto salendo è in lingua inglese: a un Goro molto loquace s'affianca un Esteban non da meno.
Qui a Màtar tiriamo il fiato e facciamo il punto: ora scenderemo un po' fino a che troveremo il bivio per la strada diretta, una quarantina di metri sotto, a quota 1260m circa.
Il cammino ora si fa ripido e costeggia la cascata. Aiutano la salita catene, belle scale di gradini di legno intagliati in lunghi tronchi appoggiati, e qualche corda legata alla base di grossi larici.
catene in aiuto del S.E.I.
cascata del Valegg di Gann
Per 500m buoni il percorso è un ripido salire per il bosco con improvvise aperture sulla cascata. A metà di questi 500m si trova l'attraversamento del torrente il cui balcone esposto sulla val Verzasca regala una bella vista sul Poncione di Alnasca (2301m).
Si arriva così al pianone appena sotto l'ultimo scalone prima del rifugio. Qualche foto, si tira il fiato e si riparte.
Madom de Sgiòf (2365m) e
balza della Corte di Starlaresc
Superato anche lo scalone siamo al cospetto del lago di Starlaresc e della capanna in 2h e 45min. Il tempo non è dei migliori, ma almeno non c'era il sole diretto durante la salita anche se l'umidità era tanta...
Ma ora è un'altra storia! Ahhh...e iniziamo a rilassarci. Ci guardiamo intorno, la capanna è bellissima. Ricavata in una ex-stalla, la stanza principale occupa un quarto circa della struttura (il resto è legnaia e deposito materiale) con due tavoli, stufa, tutto il necessario per la cucina e camino con cartelli che ne consigliano, giustamente, un uso moderato. Al piano di sopra una dozzina di materassi da stendere a terra e le coperte ben chiuse in un armadio.
capanna Starlaresc (1875m) e
lago del Starlarésc da Sgiof
Facciamo un pranzo frugale fuori prima di dedicarci al taglio della legna: ci sono in legnaia molti grossi pezzi di resinoso larice da tagliare a misura per la stufa, e ci divertiamo a farlo per un paio di essi. Il pomeriggio scorre morbido finché il gruppo si divide tra chi sale sul Madom da Sgiof e chi resta a impastare la farina per la focaccia.
Per salire al Madom occorre andare al p.sso Deva (2036m) e tenere la sinistra. Una volta al passo si scorge finalmente la val Maggia e la val Brusada, suo prodromo e gran bel büüs davvero. L'assenza quasi completa di neve consente una salita comoda fino alla cima al Madom da Sgiof (2265m) sulla quale troneggiano due grossi ometti di pietra.
Madom da Sigòf, cima
Purtroppo la foschia dell'umido pomeriggio invischia tutto: non si vede nulla!!! Solo la strada per scendere dopo aver segnalato l'arrivo agli altri di sotto usando il fischietto S.E.I., ultimo pezzo a corredo della dotazione tecnica post-decennale.
Dopo queste due ore in giro, il gruppo si ricompatta per dare inizio alle operazioni fondamentali della cena che culminano nella cottura della focaccia. La stufa in capanna dispone infatti di un forno, anche lui, di prima categoria dove cuociamo una delle migliori focacce a memoria S.E.I., migliore anche di quella di Portri (ottobre 2010, val Nédro e, fino a qui, padre di tutti i büüs).
cena da califfi della cucina
La cena da califfi vede un inizio epico con assaggi di gastronomia dal Giappone che apprezziamo molto e accompagnamo con del Brachetto. Poi la focaccia e una pasta all'amatriciana un po' arrangiata ma ottima lo stesso. Chiudiamo con mate e grappa, ma la serata è solo all'inizio! Complice il fatto che il gioco delle carte non si può fare (uno "big sweep" in versione "scientific") troviamo le bocce, e via!!! Fino all'oscurità Esteban e Goro sfidano CP e Nando (vincendo).
partita a bocce!
La notte è immota e silenziosa almeno fino a quando, appena dopo l'alba, suona la sveglia di Goro e, inspiegabilmente, Esteban inizia ad attivarsi subito seguito da Nando (poteva esimersi?) e Goro stesso. Resisto tre quarti d'ora ancora disteso malgrado i mezzi subdoli, anche con colpi di bastone da sotto, che mi invitano scendere per lavare i piatti (i compiti nel S.E.I. sono rigidamente distribuiti), e alle 7.15 cedo e inizia la mia giornata.
al cospetto del Poncione d'Alnasca (2301m)
Questa mattina andiamo all'alpe Masnee: si arriva sempre al passo Deva ma poi si prosegue a destra. Dal passo si arriva in Masnee in 30 minuti circa. Questa è proprio una bell'alpe ottimamente rimessa a posto e ben mimetizzata tra le rocce circostanti. Il complesso ricorda molto l'alpe Spluga (c'è un lungo sentiero bianco-blu-bianco che le congiunge, i tempi danno 7 ore): 5 baite in pietra adibite a compiti diversi, cucina, refettorio, due dormitori e un bagno nel quale, come in alpe Spluga, c'è la doccia! Un cartello però dice di non usare lo scaldabagno a legna...
alpe Masnee (2063m) e
passo Deva (2036m)
La Masnee è un "must" della Via Alta della Valmaggia, un posto da oltre 500 presenze all'anno. Il nostro arrivo segue di poco l'uscita dei primi due ospiti del 2013. Troviamo la stufa ancora calda e le loro firme sul registro. Contenti, apponiamo anche le nostre con quella di Goro che fa bella mostra di sé in lingua giapponese.
Torniamo indietro, ci diamo a un pranzo light e decidiamo di fare il ritorno "lungo" pensando di evitarci le ripide scale dell'andata. Firmiamo il registro, lasciamo tutto a posto e un po' di legna tagliata. Ci si mette in cammino verso l'alpe di Sgiof (1728m) superando per una morena la corte di Starlaresc fino al bel Motarüch (2011m) da dove inizia la nostra lunga discesa giù per la crestina e immersi nel sole che nel frattempo s'è fatto vivo.
erta la via
 verso il Pian del Vald (1164m)
A livello dell'alpe di Sgiof prendiamo il bivio sulla sinistra, non quello che riporta a Màtar ma l'altro, più in basso, che fa scendere al Piano del Vald (1164m). Una volta qui ci accorgiamo che il sentiero segnato sulla CNS 1:50000 non è più indicato per non correre rischi allunghiamo passando da Ganne e poi lungo un pezzo di "Sentierone" ci ricongiungiamo alla strada provinciale. Due aspettano e due fanno il chilometro e mezzo che permette di recuperare l'auto.
Salutiamo la val Verzasca che, come sempre, regala belle emozioni.
Viva il Presidente!
Viva il S.E.I.!
CP

domenica 2 giugno 2013

Capanna Prou – val Malvaglia

Questa scorribanda tra le cime avviene nell'ambito di una stagione tardo-primaverile in forte ritardo con parecchia neve sopra i 2000 metri. La scelta del S.E.I. (ri)cade su una capanna ticinese molto interessante: la Capanna Prou in val Malvaglia.
La partenza con gli scarponi ai piedi avviene prendendo il sentiero della val Malvaglia piuttosto in basso, a circa 580 metri; quasi subito attraversiamo il ponte romano inIMG_7766 localita' Lau, e quindi comincia la ripida ascesa. Il vento Favonio porta da Nord veloci nuvole che coprono a tratti il sole che illumina le cime della valle di Blenio e la piu' lontana val Leventina.
In poco meno di un'ora e mezzo raggiungiamo l'esteso agglomerato di case di Dagro (1367 mt) che superiamo per inoltrarci nel bosco soprastante il borgo. Tra gli abeti incontriamo la prima neve caduta i giorni precedenti ma ormai in rapido scioglimento.
IMG_7785L'alpe di Prou ci aspetta immersa nell'erba gialla punteggiata da qualche macchia di neve. L'omonima Capanna situata a 2012 mt è di proprieta' della Societa' Amici Valle Malvaglia, è aperta tutto l'anno e consta di stufa a legna, gas, impianto fotovoltaico e 18 posti letto forniti di coperte. E' adagiata su un balcone roccioso esposto a Sud, dal quale si possono ammirare montagne e vallate del Ticino.
Dopo un breve e tardivo pranzo rimaniamo fuori al sole che si avvicenda alle nuvole. Oltre ad una lontana aquila notiamo una marmotta accanto ad una casupola dell'alpe. IMG_7830
La cena S.E.I. è, come al solito, cosa seria: questa volta il menu' offre focaccia con cipolle preparata in rifugio, pasta con mezzo chilo di fagioli (!), verdure, ed una allegra varieta' di bevande alcoliche.
Dopo cena, davanti ad un caldo mate, torniamo fuori dal rifugio per ammirare il tramonto che dona coloriture speciali al panorama circostante.
Il giorno dopo si raggiunge l'alpe di Cióu (1970 IMG_7843mt) e il contiguo prato di Cüm (1894 mt) solcando un traverso che si addentra nella val Malvaglia.
Quando torniamo all'alpe di Prou stanno arrivando altri escursionisti dei quali un gruppo si dedichera' a preparare una grigliata.
La discesa verso valle procede veloce insieme al costante aumento della temperatura. Nel riattraversamento di Dagro, oltre un recinto si avvicinano una serie di camelidi sudamericani ai quali avevano da poco rasato il pelo; uno di essi, il piu' grosso, ad un certo punto si mette a produrre strani rumori con la bocca, per cui decidiamo di salutare velocemente gli animali in questione.
Ulteriore nota colorita: dopo aver visto suoi poster pubblicitari in diverse localita', nel paese di Malvaglia realizziamo che un noto rapper commerciale italiano era in concerto nella vicina Biasca il sabato sera. Qualcuno pentito per non aver approfittato dell'occasione?
Esteban