di fronte a noi la val Lodrino (e il Poncione Rosso 2505m) |
Le valli della destra (idrografica) della Riviera ormai le conosciamo bene: Gnosca, Moleno, Lodrino, Iragna... e anche quelle dopo, che si staccano dalla Leventina. Certo ci mancano ancora dei luoghi interessanti da visitare, e soprattutto dei concatenamenti di più giorni che vengono continuamente rinviati perché non si trova mai il tempo. Invece dall'altra parte, sotto il Pizzo Claro, ci manca quasi tutto.
A dire il vero, dalla parte del Brogoldone e del Piz Molinera siamo andati più volte, anche d'inverno, ma più su, a nord del Pizzo, mai. Forse perché i versanti sono assai ripidi e si parte tassativamente a piedi dal fondovalle, o forse perché i punti d'appoggio sono in quantità minore, e non aperti in permanenza, fatto sta che di quelle zone si è tanto parlato, ma non si è mai riusciti a concretizzare.
salendo ci accompagnano splendidi colori... |
Eppure ci sono due valli, poco frequentate ma profonde e interessanti, che dalle (poche) descrizioni che si riescono a trovare, meritano assolutamente una visita. Sono la valle di Osogna e quella di Cresciano, e ora è arrivato per il S.E.I. il momento di battezzare la prima delle due, dove sappiamo che il Patriziato locale ha ristrutturato un buon numero di cascine, e sta ancora proseguendo nella meritoria opera.
La situazione infatti è ottima: è finito il periodo di caccia alta in cui i rifugi sono riservati ai gruppi locali, la stagione è ancora mite e i colori dell'autunno si annunciano al massimo del loro splendore. Prendiamo dunque accordi col Patriziato (persone gentilissime ed estremamente disponibili) e otteniamo un passepartout per tutte le cascine del fondovalle. L'idea è quella di fermarsi a dormire nella prima di queste (Vóisc), dove sicuramente non ci sono problemi di acqua e dove anche l'approvvigionamento della legna è più facile dato che si è sotto il limite del bosco.
La situazione infatti è ottima: è finito il periodo di caccia alta in cui i rifugi sono riservati ai gruppi locali, la stagione è ancora mite e i colori dell'autunno si annunciano al massimo del loro splendore. Prendiamo dunque accordi col Patriziato (persone gentilissime ed estremamente disponibili) e otteniamo un passepartout per tutte le cascine del fondovalle. L'idea è quella di fermarsi a dormire nella prima di queste (Vóisc), dove sicuramente non ci sono problemi di acqua e dove anche l'approvvigionamento della legna è più facile dato che si è sotto il limite del bosco.
Arrivarci, comunque, non è proprio una passeggiata: il dislivello non è elevatissimo, ma il percorso è impegnativo a causa dei cambi di pendenza e della presenza del famoso (e spettacolare) tratto delle scalinate che permette di uscire dal "buco" del fondovalle. Questa è sicuramente la parte più tosta della salita.
Arrivati a Merisciolo (il bel maggengo che apre la parte alta della valle), la pendenza diminuisce e il percorso si fa più regolare. A Vóisc constatiamo che siamo fortunati: nonostante la cascina sia nel fondovalle, l'esposizione a sudovest garantisce un ottimo soleggiamento nel pomeriggio: sembra che l'astro voglia stare appena sopra la linea di cresta del versante opposto e così ci regala il suo calore fino all'ora del tramonto: tra un mese o anche meno, quando i raggi saranno solo un pochino più bassi, qui sarà solo ombra.
l'alpe di Vóisc (1575m) |
Nel pomeriggio qualcuno raggiunge la capanna sita in alpe di Gösro (1791m, 35 minuti da Vóisc) per verificarne le condizioni e capire se ci si può fermare a dormire: Vóisc ha solo quattro letti (con materassi e coperte), noi siamo in cinque...
La sera trascorre al caldo della stufa tra le consuete piacevolezze culinarie (la stagione mite ci ha permesso di raccogliere alcuni tardivi frutti del bosco) e il sonno passa tranquillo con qualche piccola interruzione dovuta ai rumori causati dalle scorribande del sorcetto locale (alla fine dormiamo tutti qui, si fa un letto improvvisato per CP con coperte e un sacco a pelo pesante recuperato in loco).
Al
mattino è naturalmente il momento di visitare le cascine superiori,
dove abbiamo ulteriori conferme dell'ottimo lavoro del Patriziato. In
particolare, è straordinaria la posizione di Örz (2087m, qui,
con un mille grazie a Gianni), tra gli splendidi Torent (o Torroni)
Alto e Basso e la Cima di Örz su un terrazzo naturale dominante tutta la
vallata e colorato d'oro dalla stagione e dai raggi del sole. Discesa
dunque dedicata alle fotografie, che ci pare rendano l'idea della
straordinaria giornata, e quindi giù nelle brume della pianura.
Nando
il balcone di Örz visto da Gösro |
Nando