sabato 27 settembre 2014

in giornata sui monti di Kobe (JP)

la vetta di giornata
Memori della faticaccia dello scorso anno (vedi qui, ottobre 2013), stavolta preghiamo Goro di portarci a fare qualcosa di meno impegnativo, senza trasferte di ore sulle autostrade giapponesi e levatacce alle 5 del mattino. Visti anche i suoi impegni, che non gli consentono di combinare un giro con pernotto, optiamo dunque per una passeggiata di bassa quota sulle alture sovrastanti Kyoto. In questo modo possiamo partire comodamente da Kobe domenica mattina e muoverci in treno utilizzando l'efficientissimo sistema dei trasporti pubblici giapponesi. Per ridurre il numero di cambi di mezzo, scendiamo alla stazione di Matsugasaki (almeno, così mi pare di ricordare) e attraversiamo a piedi i sobborghi di Kyoto in una bella giornata di sole. 
Al di fuori delle zonecentrali, le città giapponesi appaiono come una distesa (molto ampia, come si può immaginare) di villette, tanto minuscole quanto curate. All'attacco del sentiero, notiamo che come al solito in Giappone non si fanno sconti. 
Kyoto, 5 milioni di persone
Velocemente si passa da uno stradone asfaltato a un "sentiero" costituito da un canale di terra piuttosto disagevole, molto ripido e con alti gradoni formati dalle radici degli alberi. Si sale, e si suda, vista la bassa quota e l'ora piuttosto tarda. Ciononostante siamo piuttosto brillanti e in breve arriviamo alla stazione a monte della funivia di Hiei, da cui parte uno skilift. Nonostante la bassa quota (circa 700 metri) e la latitudine pari a quella di Lampedusa, il clima particolare consente infatti la presenza di una piccola stazione sciistica (peraltro, mi dice Goro, aperta solo per pochi giorni l'anno). 
90 gradi sulla destra, il nulla...
Da qui su stradina sterrata saliamo velocemente fino alla stazione a monte dello skilift nei cui pressi troviamo...un enorme parcheggio. Come al solito in Giappone si passa in un attimo dalla foresta più fitta ad un ambiente, diciamo, urbano. 
Questo è testimoniato anche dal panorama verso Kyoto: se guardiamo nella direzione da cui siamo venuti vediamo un gigantesco agglomerato urbano che, più in là, verso il mare, si fonde nella foschia con quello ancora più grande di Osaka. Basta però girare lo sguardo di circa 90° (ovvero rivolgendosi a NO anziché a SO) e ci si trova di fronte un susseguirsi di colline verdeggianti prive, almeno apparentemente, di presenza umana: niente case, niente strade visibili, solo qua e là spunta qualche ripetitore o traliccio dell'alta tensione. 
il lago Biwa
Dal parcheggio in pochi minuti arriviamo alla cima vera e propria (Daiheiheizian, 848 metri: tutto sommato siamo saliti di 800 metri, non male per una passeggiata domenicale). Dalla cima ci dirigiamo verso l'altro lato, ovvero dalla parte del lago Biwa, il più grande del Giappone.
 Dato che però siamo pigri, e vogliamo evitare un percorso che, dalla mappa, pare ancora più ripido di quello della salita, ci concediamo la funicolare Enryakuji-Sakamoto per la discesa. 
Dalla stazione a monte il lago scintilla nella luce del tramonto e le sue sponde sono un misto di campagna e grattacieli.
Giappone, alla prossima!
Nando




lato destro della bassa Leventina: i "buchi"!
P.S.: una chicca. All'andata, dall'aereo non ho potuto non fotografare quanto vedevo sotto di me fin troppo chiaramente... Da sinistra, Val d'Ambra (con le due convalli di Rierna e di Bri), val Marcri, val Nedro, val Cramosino, val Fouda (Afata), val d'Usedi, val Chironico.

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