Partiamo da sopra Personico in un afoso mattino di maggio. La diga della Val d'Ambra viene subito dominata dall'ascesa. E' quasi secca. Invece la vegetazione di questa strana primavera si trova al suo culmine: castagni, noccioli, cespugli e fitto sottobosco. Quasi ci si aspetta di vedere un solitario porcino.
La salita non accenna a diminuire, ma è dopo Ramlitt, passate un paio di baite ristrutturate a dovere, che il sentiero avaro di segnaletiche si inerpica dentro boschi sconosciuti di abeti, faggi e poi larici. Raramente il panorama si apre (es. a Cavalüm) per mostrare il fondovalle e qualche montagna innevata.
Con un CP in buona forma raggiungiamo presto il rifugio Tei governato dal Patriziato di Personico; una capanna a 1376 m ben accomodata con cucina, stufa e camino, legna, acqua calda (scaldata da stufa), luce, materassi e coperte per 12 persone.
In attesa di altri due amici raminghi cominciamo ad approntare le cose per il festeggiamento del decennale -$ che non è un decennale: mettere al fresco le bottiglie, scaldare l'acqua ed il fornetto della stufa, tagliare, lavare. Nel frattempo ci facciamo un tè nero OP di Haputale (Sri Lanka).
Poco dopo le 14 vediamo due tipi che fanno finta di correre nella pendenza atroce che sale al
Le cose belle finiscono sempre troppo in fretta, ma siamo ancora all'inizio: prima della cena ci aspetta una passeggiata per inoltrarci un poco nel sentiero alto che porta nel buco dell'Ambra. La visione di valli così anguste ed oscure non può che far rinsavire le nostre coscienze alterate.
Nonostante il tempo umido a tratti piovoso, la preparazione della cena nel rifugio procede con

-uc
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