Il "buco" e' stato scelto nella patria dei buchi: le laterali della val Mesolcina, dove di buchi ce n'e' da vendere. La scelta e' caduta sulla val d'Albionasca: buchetto facile facile, diciamo non troppo apprezzato dagli escursionisti (ci sono buone possibilita` che fossimo i primi frequentatori della zona nel 2010).
Le cascine sono al punto piu` basso degli standard svizzeri, piu` che altro perche` sono vecchie e usura, umidita` e sorci hanno fatto il loro lavoro. Quella dove abbiamo dormito, Albion Bass, era la migliore, con attrezzatura discreta. Diciamo comunque che abbiamo dovuto dare una pulita.
Salendo a Albion Bass passiamo per Pila ("lo zio dei buchi", dice Nando), e constatiamo che puo' essere un buon posto per l'idea del giorno seguente.
Prima della capanna pestiamo neve marcia, e sopra di essa non e' molto consigliabile andare perche' si sprofonda fino all'inguine. Ci diamo alle incombenze dell'arrivo (asciugatura, pulizia, legna, pranzo) e siamo comodamente seduti in veranda quando si scatena la grandine: una bella fortuna che non abbia anticipato di un paio d'ore!
Il pomeriggio scorre morbido, giocando a carte e leggendo, prima di prepararsi nuovamente alla cena: anche se le possibilita' non sono molte ci diamo dentro: tagliatelle burro e formaggio; lenticchie col lardo contadino di Giacomo (santo subito). Per fortuna c'e' il camino che scalda molto e asciuga gran parte dell'umidita' presente (almeno quella attorno a esso). La sera non accenna molto al miglioramento atteso, pazienza. Il giorno dopo e' tutto piuttosto grigio, ma il sole pallidamente filtra. Scendiamo a Pila e saliamo a Albionasca: qui la valle si apre e da' sul passaggio verso il passo di S. Jorio. Siamo fuori dal buco, ma prontamente ci torniamo. Riscendiamo alla Pila e il sole
Ci rimettiamo in marcia e scendiamo sotto una pioggerella che, fortunatamente, non ha anticipato di quella mezz'ora che ci avrebbe rovinato il pranzo.
Marco e Nando
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