La partenza è alle 7:30 all’imbocco della val di Genova. La prima volta sul ghiacciaio per il sottoscritto (Andrea, detto PD) è con gli amici Andrea e Riccardo, che hanno deciso di portarmi fin sull’Adamello. Arriviamo puntuali, carichiamo su una sola macchina tutta la attrezzatura e risaliamo la valle prima che inizi il trasporto con le navette. La mattina è fresca con un bel sole che si alza in cielo mentre percorriamo la lunga valle punteggiata di cascate fino al parcheggio un centinaio di metri sotto il riugio Bedole (m.1640). Ci sono già molte macchine, probabilmente di gruppi già sulle montagne da qualche giorno. Prepariamo gli zaini e per le 9:00
siamo pronti a partire per il rifugio ai Caduti dell’Adamello alle
Lobbie. Con noi un gruppo bresciano che salirà alle Lobbie dalla più
impegnativa valle del Matarot, mentre noi prendiamo per la valle del
Mandrone.
La salita è piacevole nel fresco del bosco. Senza correre
arriviamo al rifugio Mandrone (m.2442) in un paio d’ore fermandoci a
fotografare la testata della valle e i ghiacciai che iniziano ad
aprirsi. Al rifugio ci fermiamo a prendere una fetta di
torta. Altre persone stanno sono dirette alla nostra meta, tra cui un
ragazzo con un enorme zaino pieno di attrezzatura fotografica: macchina,
obbiettivi, cavalletti. Tutto sembra molto pesante, ma le foto in quota
alle stelle cadenti per la notte di San Lorenzo saranno la giusta
ricompensa. Ripartiamo alle 11:30 per il ghiacciaio. Il sentiero
percorre la testata della val di Genova rimontando la morena e superando
torrenti e laghetti di fusione.
In un’ora siamo superiamo l’ultima altura e arriviamo alla base del ghiacciaio (m.2500). La temperatura cala sensibilmente appena mettiamo piede sul ghiaccio. Davanti a noi la lingua glaciale è priva di neve ed i crepacci colano fiumi d’acqua. Mentre prepariamo la attrezzatura per proseguire, vediamo molte delle persone incontrate sul sentiero provenienti dal Mandrone fermarsi e tornare indietro, soltanto due rimangono e ci faranno compagnia nella traversata. Sono le 13:00 quando riprendiamo la marcia. Attraversiamo la lingua glaciale e cerchiamo una via di salita che eviti i crepacci. Arriviamo quasi alle rocce sotto le
Lobbie prima di riuscire a risalire, evitando di passare troppo vicini
alle pareti della montagna che ospitano grossi massi in bilico. Il
ghiaccio lascia il passo alla neve e la salita continua su un vecchio
nevaio. Un ultimo sforzo e raggiungiamo il rifugio. Sono già le 14:30
(il sottoscritto è un poco pant).
Abbiamo impiegato molto, ma lo spettacolo del panorama dal rifugio Caduti dell’Adamello merita ogni sforzo (m.3020). Uno scenario reso ancora più suggestivo poche ore dopo dalle luci del tramonto. Andiamo a dormire presto per essere in forze per il giorno successivo. Ci aspetta la lunga traversata del Pian di Neve e la cima dell’Adamello. La mattina ci alziamo alle 5:00 e siamo pronti alla partenza per le 6:00. Purtroppo siamo in ritardo e questo condizionerà in parte la nostra salita. Ci leghiamo in cordata e scegliamo di non scendere subito sul ghiacciaio, ma di rimanere a mezza costa su una traccia che passa tra nevai e roccette. Questo ci permette di non perdere quota e di evitare i crepacci.
Il percorso è lungo ma non
faticoso. Alle 8:30 abbiamo raggiunto una sommità all’altezza del Corno
Bianco da cui vediamo sia la traccia che risale dal Mandrone, sia quella
che si dirige all’Adamello. Davanti a noi si apre il Pian di Neve.
Proseguiamo vedendo tre piccole cordate poco davanti a noi che arrivano
dalla val Camonica. A sinistra dal fondo valle lombardo salgono sbuffi
di nuvole che minacciano di ricoprire il ghiacciaio Il cammino prosegue
nel silenzio e nel bianco. Alle 9:00 vediamo che la traccia si divide
(m.3250). A sinistra la via normale compie un ampio arco da sinistra a
destra per colmare il dislivello finale. A destra la via diretta che
permette di risparmiare un’ora ma punta verso un percorso su roccette
per accedere alla cima. Essendo partiti tardi decidiamo di percorrere la
via diretta. Alle 10:00 arriviamo alle roccette (m.3450), ovvero alla
cresta est dell’Adamello. La cima è a pochi passi, ma occorre salire per
corde con brevi passi di arrampicata. La fatica è troppa e non me la
sento di continuare. I miei amici proseguono e in breve toccano la
vetta (m.3539), ma purtroppo le nuvole coprono il panorama lasciando in vista solo il Pian di Neve.
Il ritorno è veloce e diretto verso il fondo valle, partiamo alle 11:00 ed alle 13:30 siamo sulla lingua finale del ghiacciaio delle Lobbie. Poi ci rilassiamo e torniamo con molta calma a valle dopo aver fatto una lunga pausa al rifugio Mandrone.
Spero la prima di nuove gite sul ghiaccio. Ancora un grazie ad Andrea e Riccardo che mi hanno portato per queste vette.
Alla prossima.
PD.
domenica 18 agosto 2013
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Grande PD! Peccato ti sia mancato il balzo finale verso la vetta!
RispondiEliminaBel report!
RispondiEliminaMandaci altre foto: quelle che mi hai mostrato a Siusi, dai...
CP