lunedì 18 agosto 2014

Ucia de Gran Fanes

I monti pallidi devono il loro nome alla leggenda di Dolasilla, la sposa di re Laurino signore del Rosengarten. I colori troppo accesi delle montagne abbagliavano la consorte, così il re decise di nasconderli, ma per non dimenticarli fece sì che al tramonto, anche se solo per un breve istante, tornassero alla luce in tutto il loro splendore. Al tramonto le cime del Fanes, la terra natia di Dolasilla, sono ancora testimoni di questo mito.






Il tramonto sul Fanes ci indica la meta per l'ultima escursione dolomitica di questa estate. Un pensiero mi passa per la testa: la prima volta che ho fatto questa gita è stato trent'anni fa. Anche oggi mi fanno compagnia Fabrizio, Enrico e Tommaso. Il tempo è incerto, ma vedere le vette del Fanes dalle spalle, dal passo di Limo appena sopra l'alpe di Fanes grande, ci sembra una meta alla nostra portata.

Al mattino partiamo dalla Capanna Alpina (1726) nel vallone del Sarè, poco prima del passo di Valparola. Il bosco è carico del profumo dei mughi, si aprono piccole radure bagnate dai ruscelli che scendono dal Conturines e dal Lagazuoi. Di buon passo saliamo le strette volte del sentiero fino al Col Locia (2069), la porta di ingresso del Fanes. Il sole cerca di farsi vedere, ma alle nostre spalle la Marmolada è coperta dalle nubi.


Qualche saliscendi. Attraversiamo ruscelli dal colore ocra per i sedimenti delle acque. Rari alberi punteggiano la distesa dei mughi, alcuni testimoni della violenza dei fulmini. Alle spalle della macchia di vegetazione le rocce prendono il sopravvento e si alzano assumendo forme contorte.







Il sentiero continua superando dolci avvallamenti prodotti dalle frane che hanno sagomato nei secoli queste friabili montagne per arrivare ai primi pascoli. Davanti a noi l'alpe di Fanes grande. Ci sono molti cavalli liberi al pascolo.


Poco oltre vediamo anche le marmotte ormai pronte per il letargo invernale...


...un altro effetto di questa strana estate.

Ogni volta che torno in questo luogo penso che non valga veramente la pena tornare indietro. I pensieri volano lontani, mentre superiamo un ultimo prato ed il sentiero arriva alla Ucia de Gran Fanes (2102) dove il sentiero incrocia quello che sale da Cortina costeggiando il rugginoso rio Fanes.








Qui facciamo sosta, e qui ritorneremo per il pranzo, ma dobbiamo ancora vedere le cime del Fanes. Proseguiamo per il lago di Limo (2159) e da lì all'omonimo passo (2172) da dove si vede l'alpe di Fanes piccola ed alle spalle l'anfiteatro delle cime che sovrastano i rifugi Fanes e Lavarella. Appena sotto la curiosa formazione rocciosa chiamata il Parlamento delle Marmotte.









La vista è incantevole e stupisce quanto siano differenti queste cime quando vengono viste dalle spalle. Da ovest ad est: (Lavarella, Forcella di Medesc,) Passo di Sasso Croce, Cima Cavallo, Sasso delle Dieci, Sasso delle Nove, Monticello del Fanes, Forca di Ferro.

Contenti torniamo alla malga per il pranzo e quindi rientriamo alla Capanna Alpina per lo stesso sentiero dell'andata.

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