domenica 31 luglio 2016

da Mezzoalpiano al bivacco Pedroni-Del Prà, un lungo e splendido giro

Speravo in un meteo più propizio, ma alla fine per questo super-giro va bene anche così...
Sono tutti in vacanza, e allora che si fa? Con Nike decido di ripercorre la stessa strada di 10 anni fa quando, dalla stazione di Novate Mezzola, sono arrivato al bivacco Pedroni-Del Prà (2577m) in fondo alla val Codera, sotto le cime che la separano dalla valle Porcellizzo e dalla val Bondasca (Grigioni, CH).
la valle dell'Averta e a dx il Pizzo del Barbacan (2738m)
Questa volta si parte da Mezzoalpiano (320m) alle 10.00 precise e iniziamo a salire con il passo lento che si addice a una lunga giornata di cammino. Siamo in mezzo a tante altre persone: molti oggi si godono questa classicissima lombarda. E, naturalmente, ci sono molti scout. Sempre allegri, ingombranti e piuttosto male equipaggiati. Questo gruppo davvero numeroso viene dalla Campania e passerà qualche giorno da queste parti. Ci sono anche scout delle famosissime "Aquile Randagie". E' proprio con due Aquile che salgo la prima mezz'ora ove ascolto qualche aneddoto della loro bella storia. All'epoca della Seconda Guerra Mondiale, aiutavano (clandestinamente, loro e gli altri) a passare in Svizzera ebrei e nazisti, e tutti quelli che rischiavano grosso: per un'Aquila Randagia la vita di chiunque è un bene assoluto da proteggere. Più recentemente, le Aquile Randagie sono state sempre schierate contro il progetto di strada che arrivasse a Codera dal fondovalle: non l'hanno mai fatta, "anche grazie a noi, ma soprtattuto perché le cave di granito qui sono esaurite".
sopra il Brasca, la parte alluvionata della val Codera
In un'ora e trenta minuti arrivo a Codera (825m), sfamo e disseto Nike, e dopo 15 minuti ci rimettiamo in marcia. Inizia da qui fino a Saline (1034m) un pezzo brutto da fare, lungo la "pista agro-silvo-pastorale" manutenuta anche grazie a fondi europei: non proprio una bellezza da percorrere a piedi, tutta pietre e pietrisco...
Non entro a Saline, resto verso il fiume, e proseguo iniziando a sentirmi a casa, tra le cime: il panorama inizia ad aprirsi con la vista sulla spettacolare valle dell'Averta dove spicca, inconfondibile, la guglia del Pizzo del Barbacan (2738m). Da Saline, inoltre, le condizioni della strada migliorano un poco, perché il pietrisco è più minuto. Arrivo così a Bresciadega e poi al rifugio Brasca (1308m), del C.A.I. Milano. Tra Bresciadega e il Brasca, da qualche anno ormai, gli scuot hanno costruito una loro nuova base, "La Casera". 
alpe Codera (1480m)
Siamo al Brasca dopo 3h 40min dall'auto, e con Nike mi sparo una bella pausa di 50 minuti ove mangio un po' di frutta. Ovviamente fotografo la sarebbe-splendida visione della valle d'Aranasca, ma vedo molto bene solo il Saas Carlasc (ove si appoggia il bivacco Valli) e poco altro: Sfinge, Ligoncio e la parete che conduce alla "Porta" con la valle dei Ratti sono sotto le nuvole...
Gambe in spalla, e ora avanzo realmente piano per la fatica accumulata. La strada che mi resta da fare è ancora lunga, sono circa a metà. Dal Brasca si acceda alla parte 'mediana' della valle Codera, ove il letto del fiume è ritagliato tra la miriade di pietroni e sassi frutto dell'alluvione del 1987.
verso la chiusura della valle, sui pietroni
Il sentiero è sempre segnato, e questo caldo pomeriggio si allieta grazie all'incontro due squadriglie scout: la prima, di sole ragazze, ritorna in Casera dopo aver condotto con successo l'esplorazione al "Piantone", un albero monumentale che si trova forse in valle del Conco (o in un'altra laterale destra della valle principale, loro non me lo sanno spiegare). Il secondo gruppo, invece, sono solo ragazzi con uno di loro che scende senza la suola di uno scarpone che si è completamente staccata da esso. "Ho tentato di legarla, ma non ci sono riuscito....Tanto sono allenato, riesco a scendere" mi dice sorridendo questo tredicenne. Mah! So' ragazzi...
bei larici verso l'alpe Sivigia
Proseguo, e finalmente arrivo a quota 1550m circa dove il sentiero riprende a salire. La stanchezza mi ha raggiunto, avanzo molto piano e guadagno, dopo gradoni di roccia in un bellissimo ambiente di larici, il guado della giornata: il ruscello che scende dalla valle Valloni è gonfio davvero. Ad indicare il punto di guado c'è una corda tesa tra le due rive. Appongiandoci a una roccia piuttosto sottile, Nike e io riusciamo a balzare sulla roccia piatta situata dopo 70cm di acque spumeggianti. Al ritorno, domani, guadare non sarà così facile: cercherò un altro guado più a monte solo che, trovatolo parecchi minuti dopo, sarò costretto a "lanciare" Nike dell'altra parte...poverina, ma l'alternativa non c'era.
Dopo il guado, e prima di arrivare all'alpe Sivigia verso le 16.30 circa ecco l'incontro che non ti aspetti: scende una persona, ha più o meno la mia età, e torna bel bella a Mezzoalpiano dopo essere arrivato al Pedroni-Del Prà in giornata! Scambiamo quattro amichevoli parole. Un grande...
alpe Sivigia (1918m) dal sentiero
Dalla diroccata alpe Sivigia (1918m) il sentiero per il bivacco Pedroni-Del Prà e per il passo della Teggiola è uguale, e conduce lateralmente a una grande muraglia di roccia davanti l'alpe di Sivigia altrimenti invalicabile. A 2100m si incontra il bivio a sx per la Teggiola. Nota: dall'alpe Sivigia sul sentiero ci sono anche i vecchi segni rossi, sempre più sbiaditi e ormai aranciati, che abbreviano con 'V' il nome del bivacco: tempo fa, infatti, il bivacco era un altro, in lamiera bianca, ed era dedicato a Vaninetti (come le rare foto in rete indicano). Proseguiamo, sempre più stanchi, e il meteo inizia a peggiorare vieppiù... pioggia leggera e minacciosi addensamenti di nuvole. Purtroppo non si vede nulla della splendida cornice di cime che separano con la val Bondasca.
Affrontiamo l'ultimo salto di roccia con il pezzo attrezzato e alle 19.00 precise (dopo 9h dall'auto) siamo al Pedroni! Fantastico.... ce l'abbiamo fatta!
ore 19.00: bivacco Pedroni-Del Prà (2577m)
Con mia grande sorpresa il bivacco è aperto (ma vista la data del calendario ciò non è insolito) e saremo in compagnia di tre simpatici anziani over 65 e un giovanotto under 25, tutti brianzoli delle parti di Erba e molto esperti di montagna. "Come siete arrivati?", chiedo. "In elicottero!" è la risposta. Sono qui da una notte e ci resteranno un altro paio (o fino a che il cibo finisce, mi dice simpaticamente uno).
Dopo poco che entriamo in bivacco, ci sistemiamo, usciamo ancora a prendere l'acqua e rientriamo, fuori si scatena il finimondo: un gran temporale! Fortuna essere entrati per tempo...
La sera scorre morbida e spartana (nessuno, me incluso, berrà nemmeno 1cl di alcool). Faccio qualche foto al tramonto dopo il temporale. Altra nota: l'acqua si trova seguendo il sentiero verso il p.sso della Turbinasca, si incontra un laghetto un po' sfigato con un tubo in metallo tra le rocce che getta acqua di scioglimento proveniente da sopra.
domenica mattina, saluti dal Pedroni!
La mattina seguente piove, e aspetto le 10.00 prima di riprendere la stessa strada dell'andata. Gli anziani mi suggeriscono che, invece delle catene su roccia scivolosa, è meglio seguire prima verso il p.sso della Turbinasca, e dopo riprendere il sentiero ufficiale scendendo a vista in modo più sicuro e su pendii meno ripidi. Il ritorno mi porterà in auto alle 16.30: niente Pizzo Turbinasca questa volta...ma sarà per la prossima. Ora mi godo la gioia di essere riuscito, dopo 10 anni, a fare lo stesso percorso in tempi ragionevoli, e di questo ringrazio -D e il Presidente del S.E.I..
Evviva il Presidente!
Evviva il S.E.I.!
CP



1 commento:

  1. Memorabile giro!
    Ecco le altre foto.


    https://picasaweb.google.com/115431351609925178334/6313774797052832769?authuser=0&authkey=Gv1sRgCNvUq_3OlPfUnQE&feat=directlink

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