sabato 6 agosto 2016

La capanna di Strompdalen. Parco nazionale di Lomsdal-Visten, Helgeland - Norway.

Il cielo si apre da un lato all'altro dell'orizzonte mentre le luci del tramonto respingono la sera. Sono tanti anni che torno in questi luoghi e ogni volta che torno a casa ne ho nostalgia. La Norvegia, ed in particolare le regioni a cavallo del circolo polare, saranno ancora una volta il tema dei miei trekking estivi, quest'anno in compagnia di Sandro.

Il parco naturale di Lomsdal-Visten si trova in un luogo remoto della Norvegia. Si trova nell'entroterra delle isole e delle città costiere dell'Helgeland, a sud di Mosjøen. Nell'intero parco (vasto circa come quello dello Stelvio) ci sono solo due capanne aperte agli escursionisti e pochissimi sentieri (o meglio tracce, dato che non sono marcati). Anche i punti di accesso non sono banali. Nel nostro giro partiamo dalla baia di Børiøyra, qui sotto nella foto, raggiungibile solo via barca privata da Narvenes. Nel notevole sito del DNT è possibile trovare tutta la cartografia e la descrizione sia del sentiero che della capanna.






Dopo qualche difficoltà risolta brillantemente dall'ufficio turistico di Brønnøysund, recuperiamo il telefono di Robert, il nostro Caronte. Al mattino ci alziamo presto per raggiungere Narvenes, il paese di Robert. Concordiamo il prezzo del passaggio e dopo una mezz'ora arriviamo alla baia. Robert con sgaurdo divertito ci ricorda che nei fiordi le maree possono essere alte... il molo si trova almeno tre metri sopra la nostra testa e la scaletta a pioli in legno mangiato dal mare non promette il meglio.











Guadagnato il molo mentre Robert torna a casa, entriamo immediatamente nel bosco e sul sentiero abbiamo già un incontro...










Sperando che l'indomani il barcarolo torni (non ci sono altri modi sensati per uscire dal parco), ci incamminiamo nel bosco. Il sentiero sembra facile da seguire, anche se non ci sono i segni. Entriamo in una stretta valle e risaliamo per 200 metri il versante sinistro per guadgnare un pianoro sopra il canyon formato dal fiume.







Appena tornati in piano il terreno diventa subito fangoso ed alcuni assi di legno messi dai guardiaparco sono provvidenziali. Un piccolo aiuto che però presto scompare. Il sentiero entra nel fitto della vegetazione man mano che risaliamo il corso del fiume e il canyon sparisce. Per lunghi tratti vediamo ormai solo felci, betulle ed abeti. Il sottobosco è fitto e cela completamente la traccia del sentiero. Nella foto qui sotto la traccia che stiamo seguendo è esattamente in mezzo al campo di felci.










Rallentiamo il passo mentre il verde intenso ci avvolge. Facendoci largo nell'umida vegetazione torniamo sulla sponda del fiume, che ora si è ridotto ad essere un piccolo torrente. Siamo scesi di circa 150 metri.








Il sentiero è un flebile traccia che salta di roccia in roccia sul bordo dell'acqua cercando una via per risalire sulla sponda opposta. Quando non c'è modo di proseguire vediamo che la traccia si arrampica ripida per la sponda destra e prende quota, da lontano il rumore impetuoso di una cascata prende corpo. In cima alla sella abbiamo una gradita sorpresa, una vista panoramica sulla valle di Lomsdalen. Siamo tornati a quota 200 metri.















Contenti della vista e di non aver perso la traccia, continuiamo alla nosta meta. Dopo una breve discesa ed alcuni saliscendi arriviamo alla capanna di Strompdalen (quota 132 metri), un tempo fattoria e giardino dove abitava il botanico Knut Strompdalen.












La natura ha ormai mangiato ogni resto della fattoria e del giardino botanico. Sono rimaste solo le vecchie macine tra le betulle del bosco.










Lasciamo gli zaini nella capanna e continuiamo fino alle cascate scendendo in direzione del fiume.










Proseguiamo oltre fino al ponte sospeso che porta nel cuore della Lomsdalen, nella foto qui sotto. La traccia, da qui ormai difficile da seguire, continua per un lungo tratto fino ad una fattoria abbandonata, ma agibile per pernotti a dire di Robert.








Quando vediamo la traccia perdersi tra le pietraie che ripide risalgono le costa sinistra del fiume, ci fermiamo ormai contenti di questa esperienza e torniamo alla capanna per rosolarci al sole artico che ci sta accompagnando dalla mattina. Nella foto il Lomsdalselva sulla cui sponda sinistra corre il sentiero.









La sera passa veloce a preparare la legna e la cena mentre leggiamo (o meglio ci proviamo, dato che è tutto scritto in norvegese) la vita della famiglia Strompdalen raccontata dai libri della piccola biblioteca della capanna. Il giorno successivo torniamo per la stessa strada a Børiøyra ed attendiamo fiduciosi Robert, che non manca l'appuntamento.

Questo è il primo di tre post sul viaggio in Norvegia 2016. A seguire: Sorjushytta e Tåkeheimenhytta.

PD

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