domenica 7 agosto 2016

tra i graniti, per i passi Porcellizzo e dell'Oro

Bresciadega, e l'inconfondibile Cima del Barbacan (2738m)
Dopo solo una settimana ritorno ancora tra i graniti del comprensorio Codera-Masino-Bregaglia, ma questa volta con condizioni meteo decisamente migliori: raggiungere il bivacco Pedroni-Del Prà sarà, quindi, solo il punto di partenza di un giro nuovo e decisamente appagante.
Questa volta sono solo, nemmeno la fedele Nike è con me in quanto passare dalla val Codera alla valle Porcellizzo richiede transitare per il ripido p.sso Porcellizzo (2970m) che può essere ancora ricoperto da neve in scioglimento, pertanto ghiacciata: in queste condizioni la presenza di cagnolini, per quanto tenaci e combattivi, è preclusa.
verso il Pedroni: Pizzo Porcellizzo (3076m), e l'intaglio innevato dell'omonimo passo

Lasciata l'auto a Mezzoalpiano (375m) alle 8.30, arrivo al Pedroni-Del Prà dopo circa 8h, un'ora buona in meno della settimana precedente per merito delle condizioni ottimali del sentiero, in alto, dopo l'alpe Sivigia (1918m). Questa volta trovo in bivacco due signori vicentini che provengono dal p.sso della Turbinasca avendo il camper parcheggiato in val Bondasca.
La sera scorre morbida, e anche in questo giro nessuno incorpora 1cl di vino/grappa/birra.
bivacco Pedroni-Del Prà (2570m) e p.sso della Turbinasca (2701m)
Alle 7.20 del mattino sono fuori, il cielo terso e l'aria frizzante. Arrivare alla base della salita al p.sso Porcellizzo è piuttosto semplice: basta seguire i segni che, da appena dietro il bivacco, conducono giù per circa 100m, a quota 2465m, sotto il roccione su cui poggia lo stesso. Il sentiero, per essere in alta quota, è ancora agevole e solo alla fine occorre avanzare saltando di roccione in roccione. La parete che mi separa dalla valle Porcellizzo è tutta davanti a me. Severa, silenziosa e di bella roccia granitica. 
Pizzo Turbinasca (2918m, sx) e Punta Turbinasca (2998m)
All'ombra, dalla mia sinistra si stagliano il Pizzo Turbinasca (detto anche Altare) e la Punta Turbinasca, liscia e magnifica, che non avevo mai visto. Fino all'intaglio del p.sso Porcellizzo e del Pizzo Porcellizzo la parete prosegue uniforme, grigia chiaro e asciutta (ma non c'è Punta Torelli? Boh...starà dietro). Ai piedi del drago pietrificato stanno un ghiacciaio in scioglimento e un paio di laghetti. Vedo i segni, procedo e decido di calzare i ramponi appena posso, sopra i 2500m.
p.sso Porcellizzo (2961m)
Il primo tratto è ripido, ma nulla di impossibile. Arrivo a livello dei segni alla mia sinistra ma mi trovo un po' troppo a destra per tentare la fatica di traversare e mi dico, ma sì dai continuiamo su ghiaccio...: scelta sbagliata! Diviene sempre più ripido e, non avendo la piccozza ma solo i bastoni, mi tengono su i ramponi e la mano destra che sta al confine tra ghiaccio e roccia tutto sulla destra. Non mi trovo in una situazione simpatica, ma ormai posso solo salire. Com'è come non è, arrivo 100m sotto il passo, nuovamente ai segni. E' fatta! Meno male... Tolgo i ramponi, e vedo sopra di me quattro escursionisti svizzero-tedeschi che procedono in discesa molto lentamente, e capisco perché. 
Pizzo Badile (3305m) e Pizzo Cengalo (3369m)
La risalita degli ultimi 100m al p.sso Porcellizzo è tutta su ghiaietta e sassi medio-piccoli: in discesa è dura. Alle ore 10:00 sono su, finalmente al sole: spettacolo! Qui non ero stato mai. Incontro ancora cinque svizzeri-tedeschi che andranno per il p.sso della Turbinasca giù alla capanna Sasc Furä per salire sul Badile in giorno seguente: questa del Giannetti-Pedroni-Sasc  Furä è una tratta piuttosto frequentata. Scendere nella valle Porcellizzo è più agevole, meno ripido. Procedo comunque cauto sopra nevaietti, e devo dire che l'acesa mi ha provato mentalmente. Sotto di me vedo il rifugio Giannetti e intravedo il 'retro' dei graniti più famosi del comprensorio: il Pizzo Badile, e il Pizzo Cengalo. Non passerò per il Giannetti, e decido qui che non starò un'altra notte fuori al bivacco Valli: non mi va di fare il p.sso Ligoncio in discesa a fine giornata, meglio essere freschi per affrontarlo ed è meglio farlo in salita (se poi questa decisione significhi 'accorciare' il giro, beh...visto quello che mi manca ancora...non so se è un vero 'accorciare'). 
il tratto attrezzato per il passaggio del Barbacan (2637m)
La traversata Giannetti-Omio, via il passaggio del Barbacan, è una classicissima lombarda. Incontro infatti molte persone dirette al Giannetti mentre procedo in direzione opposta. Resto incantato in contemplazione di tutta la chiusura della valle Porcellizzo: dalla Cima della Bondasca a est al Pizzo Porcellizzo a ovest questo panorama rivaleggia con le Dolomiti quanto a bellezza. Ma andiamo! Ce n'è ancora molta di strada da fare...
Il pezzo attrezzato per il passaggio del Barbacan, affrontato con il clima perfetto di oggi, non è troppo complicato: più difficile sarebbe scenderlo in direzione opposta. 
il Pizzo Ligoncio (3032m) dalla valle dell'Oro
Dopo un primo breve tratto con catene si prosegue fino a incontrare il pezzo attrezzato propriamente detto: piuttosto lungo, ma le catene sono in ottimo stato e utilizzarle è quantomai necessario. Senza troppi patemi d'animo, alle ore 13:00 sono in cima al passaggio, a oltre 2600m di quota, e pronto a scendere in valle dell'Oro. Di qui vedo sicuramente il Disgrazia e, molto più a est, mi sa che quello è l'Adamello...
Scendo un po' stanco per il sentiero sempre segnato, e da questa parte c'è un solo tratto con le catene. Sceso di oltre 250m, incontro a quota 2360m il bivio a destra per il p.sso dell'Oro che vedo chiaramente. Per il passo occorre salire circa 150m, ed è l'ultima salita della giornata che percorro lentamente. Alle 14:10 mi trovo su al p.sso dell'Oro (2574m) per la prima volta.

p.sso dell'Oro (2574m) e Cima del Barbacan (2738m)
Il tempo di rifocillarmi con un po' con dei datteri e un pezzo di pane, e alle 14:22 sono di nuovo in pista per scendere la valle dell'Averta e riportarmi in val Codera.
Fino al bivio con il p.sso del Barbacan si cammina su pietre e pietroni, poi il sentiero migliora fino a entrare nel bosco appena sotto l'alpe Averta, dove con un giro stretto si cambia lato della valle attraversando il torrente piuttosto gonfio. In discesa incontro squadriglie varie di boy-scout: sotto l'alpe Averta mi sembra stiano allestendo una nuova postazione per le loro esplorazioni.
Bresciadega (1258m) dalla valle dell'Averta
Arrivo al rifugio Brasca alle ore 16:51, un po' di riposo e scatto delle foto di prima categoria alla valle d'Arnasca tutta al sole, e in particolare alla cengetta che porta al p.sso Ligoncio: sarà per il prossimo anno... Qui si chiude mentalmente il giro.
La discesa Brasca-Codera-Mezzoalpiano avviene come un automa, lentamente e all'ombra del tardo pomeriggio. Una volta a Mezzoalpiano non mi sembrerà vero potermi rinfrescare alla fontana, parecchio stanco ma molto felice per l'appagante giro concluso. Sono le 20:30, entrerò in auto dopo 13h e 10min dall'uscita dal Pedroni-Del Prà.
splendido! Visione assolata della valle d'Arnasca
Comunico via sms che sono vivo, e mi preparo al rietro a casa con ancora negli occhi le remote regioni di granito attraversate nel silenzio di una giornata memorabile.
Un grazie al Presidente che con il suo assenso dà sempre nuovi coraggio e motivazione.
Evviva il Presidente!
Evviva il S.E.I.!
Alla prossima,
CP

5 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie cari, ma avendo il tempo di camminare tutto il giorno è un giro che si fa! In realtà uno allenato avrebbe impiegato 3h-4h in meno...
      Ma è stato splendido!
      CP

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  2. Ecco le foto del giro!

    https://goo.gl/photos/dmwK7hoyUymk4gta6

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